VERBANIA – 20.08.2016 – Il vitalizio non va in vacanza.
Anche in spiaggia o sotto l’ombrellone i politici e ex politici che hanno avuto incarichi di alto livello (Regione, parlamento e parlamento europeo) e che hanno lasciato, ricevono l’assegno mensile calcolato sui loro anni di “militanza istituzionale”. Parecchi ne incassano due e pochi (pochissimi) addirittura tre. Ogni mese la Regione Piemonte stacca 195 assegni vitalizi per circa 600.000 euro complessivi agli ex consiglieri delle legislature precedenti e anche se oggi per guadagnarsi il diritto servono 65 anni, qualcuno l’ha da quando ne ha compiuti 55. Nel Vco una sola persona ha due vitalizi. È l’ex An Marco Zacchera, in Regione per 4 anni dal 1990 al 1994 – anno in cui interruppe non portando a termine la legislatura venendo eletto alla Camera – e in parlamento per poco meno di 20 (1994-2013). I due vitalizi sono pienamente legittimi perché, nonostante varie proposte di taglio, la legge li consente anche se, a onor del vero, il Piemonte (una delle poche Regioni) ha introdotto per chi ne incassa due un taglio del 40% su quello regionale. Per questo Zacchera incassa al mese 1.656,50 euro anziché i 2.760,83 dei suoi colleghi che non hanno varcato anche la soglia di Montecitorio. Nel Vco il vitalizio parlamentare è percepito anche dagli ex onorevoli o senatori Mario Tamini (ex deputato Pci), Gianni Motetta (ex deputato Pci), Mauro Polli (ex deputato Lega Nord), Marco Preioni (ex senatore Lega Nord), Valter Zanetta (ex deputato e ex senatore Fi-Pdl).
La Regione invia mensilmente "l'assegno" invece a Guido Biazzi (due legislature per il Pci), Ettore Racchelli (due legislature per Forza Italia), Alberto Buzio (una legislatura per il Pds) e a un "avente titolo" per via di un ex consigliere defunto. Gli altri ex consiglieri non hanno ancora l'età – adesso servono 65 anni – o hanno rinunciato al vitalizio, optando per il recupero dei contributi versati durante l'espletamento del mandato. Questi gli importi (leggi, fonte sito CRP).
Il presidente dell'Inps Tito Boeri, il Movimento 5 stelle, ma anche consumatori e associazioni da sempre lottano contro i vitalizi. Al di là delle prese di posizione politiche e a prescindere dalla demagogia, una proposta di buon senso sarebbe introdurre un tetto massimo all'assegno, l'incompatibilità tra i vitalizi o almeno la loro unificazione sempre nel rispetto del tetto massimo, introdurre l'età minima e un numero di anni minimi di contribuzione parametrati ai cittadini che lavorano fuori dai palazzi, per fare in modo che il vitalizio non sia un privilegio, ma che sia anche uno strumento utile per chi, facendo politica attiva a tempo pieno, sottrae tempo e guadagni alla propria attività professionale.
Detto ciò, in Piemonte ci sono molti ex (circa una cinquantina, alcuni anche nel Vco) che contro il taglio provvisorio hanno presentato un ricorso attendono che un giudice reintegri il loro assegno vitalizio, che anche quest’anno non è andato in vacanza.