LOCARNO – 16.08.2016 – Un Kabir Bedi d’annata
si presenta verso l’una e trenta al ricevimento di chiusura dell’edizione 2016 del Festival del film di Locarno. Tra una ressa di donne non più giovani svetta sicuro come il suo indimenticato personaggio televisivo che diede un forte sapore d’esotismo agli anni ’70. Gli chiediamo del filmone Bollywood style “Mohenjo Daro” che ha chiuso la rassegna da lui sagacemente interpretato: “I really enjoyed playing a bad character!” (quanto mi è piaciuto fare il cattivo!). È l’ultimo personaggio di una rassegna che ha visto sfilare Jane Birkin, Isabelle Huppert, Harvey Keitel, Abel Ferrara, Stefania Sandrelli e Mario Adorf. Più in generale, però, l’edizione 2016 verrà sicuramente ricordata per le imponenti misure di sicurezza messe in mostra soprattutto in occasione della proiezione del film, sulle europee che raggiungono Daesh “Le ciel attendra” proiettato in piazza Grande l’8 agosto. Non sono mancati vandalismi – sottolineati dall’eterno presidente Marco Solari – allo schermo che “prevedono lavori di riparazione ingenti sui 40mila franchi” nonché lamentele sulle “mancate” feste che l’organizzazione aveva previsto, poi cancellato per non turbare la serenità di ospiti danarosi, tutto ciò a danno dell’atmosfera festivaliera che da sempre contraddistingue le notti ticinesi.
Con quasi 170 mila presenze Locarno si attesta, come da consuetudine, un appuntamento imperdibile per i veri amanti delle settima arte anche se quest’anno palese ero lo iato tra la programmazione in piazza Grande, molto virata al popolare, e quella nelle sale per le diverse competizioni. Quasi sparito il “generone“ romano la rassegna ha vissuto per dieci giorni tra retrospettive dedicate al cinema tedesco fino al 1963 e cortometraggi di valore. Ma la vera star è risultato il maestro Ken Loach, trionfatore l’11 sera con “I, Daniel Blake” – già premiato a Cannes – che ha portato a casa il Prix du Public Ubs riaffermando dopo “Land and Freedom” 1995, e “My Name is Joe” 1998 e la standing ovation del 2003 il proprio feeling con Piazza Grande.
I premiati: il senile bulgaro “Godless” a cui va anche il premio per la migliore interpretazione femminile a Irena Ivanova, l’ospedaliero “Inimi cicatrizate” dalla Romania, Premio speciale della Giuria e il psichedelico-ecologista “O Ornitologo” dello stralunato portoghese Joao Pedro Rodrigues (grande estimatore di risotto al ricevimento finale…), Menzione speciale della giuria a “Mister Universo” di Tizza Covi e Rainer Frimmel, mentre la migliore interpretazione maschile è andata ad Andrzej Seweryn, attore di fama in “Ostatnia rodzina” e già protagonista in “Schindler’s List” .
Locarno ha sempre il potere di spiazzare, di celare, di tenere sotto traccia; tutti ma non Sandokan!
Claudio Zella Geddo