VERBANIA – 02.08.2016 – “E ora che faccio, lo spacco di nuovo?”.

La domanda, retorica fino a un certo punto, è l’ultimo atto di una vicenda paradossale fatta di segnalazioni ignorate, lavori mai eseguiti, intraprendenza e burocrazia. Protagonista è Ciro Galasso, coadiutore del bar Sempione di Intra, che il nipote ha rilevato in gestione l’anno scorso. In posizione centrale, affacciato sul lungolago e con un ampio plateatico, il locale è separato dalla statale da uno stretto passaggio delimitato da pioppi. Negli anni le radici degli alberi hanno divelto i cubetti di porfido circostanti creando una bruttura e un potenziale inciampo per i passanti. Da due anni Galasso ha ripetutamente segnalato il problema, informando in più d’una occasione i vigili e sollecitando al Comune la sistemazione, che non è mai avvenuta. Così, nei giorni scorsi, ha chiamato un’impresa edile e ha commissionato la sistemazione del porfido. Con una spesa di 300 euro più Iva e un lavoro bene eseguito ha risolto da solo il problema. Peccato che, durante i lavori, si sia fermata una pattuglia della polizia municipale che gli ha chiesto se i lavori erano autorizzati. Di fronte a una risposta negativa è stato elevato un verbale per la violazione dell’articolo 21 comma 1 del Codice della strada che vieta i lavori non autorizzati sulle aree di pubblica viabilità. Alla multa di 862,50 euro s’accompagna – come una beffa – l’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi, cioè di rompere il porfido e lasciarlo come era prima. “Altri costi, ma a prescindere dai soldi, che senso ha? – si domanda Galasso, che non ha ancora deciso che cosa fare –. Io avevo semplicemente chiesto, e più di una volta, che si sistemasse la strada. Ho fermato i vigili, gli ho fatto scattare le foto, ho insistito… Ma niente. E adesso mi trovo con la multa e nuovi lavori da fare. Se devo spaccare, spaccherò. Proverò a sentire il Comune e chiederò come mi devo comportare”.