VERBANIA – 24.07.2016 – Il dibattito pubblico locale
è stato occupato, nell’ultima settimana, dalla questione profughi. La diretta televisiva da Domodossola nella quale alcuni sindaci ossolani hanno ribadito, alla trasmissione “Dalla parte vostra” di Maurizio Belpietro (su Rete 4), il loro “no” a nuovi arrivi, ha confermato come il tema sia d'attualità. Un tema delicato, che fa discutere e che divide in maniera netta, in larga parte perché figlio di ideologie diametralmente opposte.
Senza entrare nel merito delle ragioni dell’una o dell’altra parte, proviamo a fotografare il fenomeno in termini numerici. Le statistiche, numeri ufficiali forniti dalla prefettura del Vco e consultabili sul suo sito internet, confermano che in un anno le presenze sono quasi raddoppiate. L’11 luglio 2015 erano aospiti nel Vco 272 richiedenti asilo in 6 comuni. Al 9 luglio 2016 sono diventati 518 in 10 comuni, di cui due però (Gravellona e Brovello) solo nominalmente avendo una persona a testa.
Il numero maggiore è a Omegna (153, l’anno scorso 50), seguita da Verbania (121, 109), Domodossola (78, 18), Arizzano (63, 55), Craveggia (34, 30), Villadossola (31, 10), Vogogna (24) e Cossogno (12), oltre ai due centri già citati.
L’incidenza maggiore rispetto alla popolazione si registra a Craveggia (il 4,71% dei residenti), seguita da Arizzano (3,14%), Cossogno (1,88%) e Vogogna (1,37%). Sotto l’1% ci sono Omegna (0,98%), Villadossola (0,46%), Domodossola (0,43%) e Verbania (0,39%).
Se invece si analizza la statistica degli incrementi annuali – il fenomeno così come percepito dalla popolazione – Domo stacca tutti con +333%, seguita da Omegna con +206% e Villadossola con +210%. La media provinciale è del 90%, cioè significa che, passando da 272 a 518, s'è quasi raddoppiato il numero iniziale.
In Italia nel 2015 (fonte ministero dell’Interno) sono state presentate 83.970 richieste d’asilo (74.250 uomini, 9.720 donne, di cui 3.959 minori non accompagnati e 7.168 accompagnati), +32% sul 2014. I paesi di provenienza: Nigeria (18.174), Pakistan (10.403), Gambia (8,022), Senegal (6.386) e Bangladesh (6.056).
L’anno scorso le varie commissioni regionali hanno valutato 71.117 casi (riferiti anche a anni precedenti) e 29.548 domande sono state accolte (41%): a 3.555 persone (5%) è stato concesso lo status di rifugiato, a 10.225 la protezione sussidiaria (14%), a 15.768 un permesso per ragioni umanitarie (22%). Le richieste respinte sono state 41.503 (58%), in aumento rispetto al 39% del 2014.
La discrepanza di questi numeri rivela uno, se non il principale, problema dell’accoglienza in Italia: i tempi lunghi delle pratiche burocratiche. Il secondo sfugge alle statistiche: dove va a finire quel 60% di persone respinte che, per la legge, diventano immigrati irregolari e devono lasciare i centri di accoglienza.