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VERBANIA – 21.06.2016 – Viveva un periodo di

profonda difficoltà economica e aveva chiesto aiuto, trovando ospitalità da un imprenditore di Premeno e dal parroco di Madonna di Campagna. Ma approfittando di quella ospitalità aveva sottratto nove assegni che, compilati, aveva utilizzato per acquistare attrezzi e materiali con i quali sperava di mettere in piedi un’attività artigianale. Antonio Catena è stato processato oggi dal tribunale di Verbania per furto aggravato e per gli episodi avvenuti nel 2014. Il pm Chiara Radica ha chiesto al giudice Luigi Montefusco una condanna a un anno. L’avvocato difensore di Catena, Gabriele Pipicelli, ha eccepito che l’aggravante del furto fosse l’ospitalità e non una di quelle previste dall’articolo 624 bis del codice penale, che rende perseguibile il reato d’ufficio e che, quindi, avendo il parroco e l’imprenditore rimesso la querela, il suo assistito sarebbe stato da prosciogliere. Così ha stabilito il giudice che ha pronunciato sentenza di non doversi procedere, chiudendo questa vicenda.

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