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VERBANIA – 07.06.2016 – Un lunghissimo dibattito,

accuse, contraccuse e polemiche. È stata abbastanza animata la seduta del Consiglio comunale che ha trattato il tema del teatro Maggiore. Chiesta dai gruppi di minoranza (e dal’ex Pd Giordano Ferrari per la maggioranza) e oggetto di discussione sui tempi e le modalità della convocazione, s’è chiusa con il Pd che ha rintuzzato tutti gli attacchi e ha approvato un suo documento che, al termine di lunghe premesse critiche sul progetto del centro eventi e del suo piano gestionale, chiede al sindaco la costituzione di una Fondazione per la gestione.

Respinte, invece, tutte le richieste della minoranza: l’ordine del giorno di Damiano Colombo (Ncd), Renato Brignone (Sinistra & Ambiente), Carlo Bava (CittadiniConVoi), Roberto Campana (M5S) e Mirella Cristina (Forza Italia) che chiedeva uno stretto rapporto – quasi una sorta di tutoraggio – tra la direttrice artistica del Maggiore e una commissione ad hoc e una stretta sugli incarichi senza gara; quello di Valentina Incerto (Comunità.vb) per l’acquisto del terreno su cui sorge il Maggiore - oggi è demaniale - e per la creazione entro fine anno di una Fondazione; la richiesta di una Commissione d’indagine guidata dal prefetto sugli affidamenti e gli incarichi proposta da Michael Immovilli (Forza Silvio) e Stefania Minore (Lega Nord).

I gruppi di minoranza – come ha sottolineato il Pd – non hanno trovato una linea comune. Il documento base era quello di Colombo, adattato dal testo scritto e fatto pervenire nei giorni precedenti dall’ex sindaco Marco Zacchera (presente in aula al dibattito) e incentrato proprio sugli incarichi e sul ruolo della direttrice artistica. Di fronte alle diverse posizioni delle minoranze, il Pd ha avuto gioco facile, anche se non sono mancate le bordate. Nicolò Scalfi, segretario cittadino democratico, ha evidenziato l’impegno dell’attuale Amministrazione nel “sistemare la pesante eredità Zacchera, quella di un piano gestionale assolutamente improbabile”.

Per Minore e Immovilli ci sono tanti dubbi e numerose potenziali illegittimità. Immovilli, al pari di Giorgio Tigano (Fronte nazionale) hanno difeso l’iter del progetto del Cem, dallo spostamento da piazza Fratelli Bandiera all’area ex arena. Per Brignone è “sempre mancato il confronto e non c’è la volontà di discutere del Cem”. “Che non è un’opera per le compagnie locali”, ha evidenziato Bava. Incerto ha parlato di “costosi studi commissionati per la gestione senza grandi risultati.

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