VERBANIA – 30.05.2016 – Due sedute una in fila all’altra,
lunedì 6 e martedì 7 giugno. La prima dedicata elusivamente alle richieste delle minoranze, la seconda per tutto il resto: interpellanze, interrogazioni, variazione di bilancio, mozioni e ordini del giorno. La “ferita” aperta con la burrascosa conferenza dei capigruppo che mercoledì sera aveva visto i capigruppo di maggioranza Marco Tartari (Pd) e Filippo Marinoni (Con Silvia per Verbania) forzare l’ordine del giorno e negare alle minoranze il Consiglio straordinario sui costi del Maggiore, s’è sanata. Questa sera, alle 19,30, s’è riunita – convocata in fretta e furia dal vicepresidente dell’assemblea Alice De Ambrogi – una nuova riunione dei capigruppo in cui è stato riscritto il calendario di Palazzo Flaim. Sono state accolte in toto le richieste delle minoranze che mercoledì, polemicamente, avevano lasciato Palazzo di Città innescando una protesta finita sul tavolo del prefetto. Protesta sposata dalla segreteria cittadina del Pd che, con un comunicato ufficiale di smentita al proprio capogruppo, aveva chiesto la retromarcia – oltre a altri chiarimenti sul Maggiore, destinatario il sindaco Silvia Marchionini – poi sposata anche dallo stesso primo cittadino. Dopo cinque giorni di fibrillazioni in maggioranza è tornata un minimo di serenità. A farne le spese è stato Tartari, che ne esce come una sorta di capro espiatorio, smentito nel giro di quarantotto ore dalla sua segreteria, dal sindaco e dal gruppo consiliare.