VERBANIA – 27.05.2016 – Tutti compatti

contro Silvia Marchionini e la sua maggioranza. Da quando mercoledì sera è scoppiato nella conferenza dei capigruppo il “caso” del Maggiore e dopo che in mattinata è intervenuta la segreteria del Pd, il clima politico s’è acceso ancor di più. L’intransigenza dei democratici è stata tanto forte da suscitare la reazione di tutti i gruppi di minoranza, coalizzati per l’occasione. A mezzogiorno, sotto i portici di Palazzo di Città – mentre, al piano di sopra, la giunta discuteva proprio della variazione di bilancio del Maggiore –, si sono ritrovati Mirella Cristina (Forza Italia), Michael Immovilli (Forza Silvio), Stefania Minore (Lega Nord), Renato Brignone (Sinistra & Ambiente), Carlo Bava (CittadiniConVoi), Roberto Campana (M5S), Damiano Colombo (Ncd). Tutti, al di là delle diverse sfumature politiche, sono andati all’attacco. Tra richieste di rimpasto, di dimissioni del capogruppo Pd, tra atti da controllare, e accuse di comportamenti antidemocratici, i denominatori comuni sono stati le critiche al modo di fare della maggioranza e, in concreto, la richiesta di discutere approfonditamente dei costi del nuovo centro eventi di Verbania. “Sono state violate le regole democratiche e anche il Pd ha smentito il suo capogruppo, che dovrebbe dimettersi”, ha detto Brignone. “Questi comportamenti dividono la città”, ha aggiunto Bava. Di “comportamento inaccettabile” parla Cristina che, come Minore, insiste anche sulle carenze politiche di una variazione da un milione a un mese dall’approvazione del bilancio: “segnale di improvvisazione”. Colombo, vicepresidente del Consiglio comunale assente mercoledì alla conferenza dei capigruppo, ha attaccato Tartari: “ha preso una posizione diversa da quella concordata nell’ufficio di presidenza”. Campana ha espresso forti riserve sulla procedura “mercoledì non c’era nemmeno la segretaria generale”, mentre Immovilli ha chiesto senza mezzi termini un passo indietro si sindaco e maggioranza.