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conservco sede verbania
VERBANIA – 09.04.2015 – Dopo le scintille della scorsa settimana e il teso incontro di martedì sera tra sindaci, sindacati e azienda, in ConSerVco è scoppiata la pace. Dopo un giorno e mezzo di mediazione è stato diffuso oggi il comunicato stampa congiunto che stoppa la vertenza sindacale sul premio di produzione 2015 tolto dal budget aziendale. Il punto d’incontro è la costituzione di un gruppo di lavoro che studi le possibili economie per pagare il premio – e su questo c’è l’impegno di datori di lavoro e soci – ma che guardi anche oltre, al futuro dell’azienda. Futuro che potrebbe non essere nel Vco e avere una dimensioni più ampia, di quadrante. Lo scopo del gruppo di lavoro è, infatti “predisporre un piano strategico che consideri anche l’area vasta, come dimensione territoriale in grado di attrarre e ammortizzare investimenti che si rendessero necessari”.

In queste due righe sta la fotografia dell’attuale ConSerVco, un’azienda che negli ultimi tre anni ha incassato la fusione con Valle Ossola Spa e la chiusura del forno inceneritore, operazioni che l’hanno indebolita. Senza un’attività industriale vera e propria, la municipalizzata s’è ritrovata a gestire esclusivamente la raccolta rifiuti (oltre ai trasporti tramite Vco Trasporti), e nemmeno per intero perché ricorre spesso, per alcuni comuni, alle cooperative. L’Amministratore unico Biagio Bonfiglio in due anni ha rimesso in ordine i conti raddrizzando una barca che andava alla deriva, per salvare la quale intervenne addirittura il prefetto nel momento in cui gli stipendi – estate 2012 – erano a rischio.

In questo quadro di incertezza, mentre la Regione Piemonte fa melina sul piano regionale dei rifiuti e sulle politiche di quadrante (Novara-Vco-Biella-Vercelli), i sindaci hanno messo ulteriore carne al fuoco dandosi tempo fino a dicembre per privatizzare parte dell’azienda con la gara a doppio oggetto, che ha solo una certezza: nel 2016 in ConSerVco ci sarà un socio privato con almeno il 40% del capitale.  

Chi potrà arrivare se i conti non saranno in ordine e se non ci saranno un piano industriale e progetti seri? È questo il quesito di fondo che ha spento la polemica sul premio di produzione 2015 perché, come ragionava un sindacalista nei giorni scorsi, se l’azienda non si rialza, oltre al premio sono a rischio i posti di lavoro.

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