VERBANIA – 11.05.2016 – La lite era scoppiata
al cantiere nautico, dove lei era andata a prendere il compagno e dove ha trovato un parente di lui con il quale i rapporti erano da sempre molto tesi. Era il 4 novembre del 2012 e Monica Piersanti raggiunse il cantiere di Dormelletto in auto. Di fronte si trovò Giuseppe Botteselle, che s’avvicinò al veicolo e iniziò una forte discussione con la donna dal finestrino. Una discussione finita con una visita al pronto soccorso e con reciproche querele. Quella di Piersanti per essere stata tirata per i capelli, quella di Botteselle per aver subito un morso al braccio. La prima è stata archiviata. La seconda s’è incanalata nel mare magnum della giustizia, con un primo procedimento di fronte al giudice di pace terminato con una condanna e con il processo d’appello che s’è concluso oggi a Verbania. Per il pm Anna Maria Rossi, che ha riconosciuto come il dissidio sia nato in un clima teso di rapporti conflittuali persistenti, il morso configura il reato di lesioni, per il quale ha chiesto una multa di 800 euro. L’avvocato difensore, Paolo Lerede, ha sostenuto l’innocenza data la reciprocità dei comportamenti e l’aggressione subita, della quale quel gesto sarebbe un tentativo di difesa. Il giudice Raffaella Zappatini ha condannato l’imputata a due mesi.