VERBANIA - 21-05-2025 -- Un anno e mezzo anziché i due chiesti dal pm, con 20.000 euro di risarcimento provvisionale: 15.000 alla parte offesa e 5.000 alla mamma, che sporse denuncia per il figlio allora minorenne. S’è chiuso con una condanna il processo per una brutta aggressione avvenuta per futili motivi sul lungolago di Arona una sera del luglio del 2020. Nei primi mesi di libera uscita dopo il lockdown, nella città del basso Verbano si incontrarono due comitive di amici, una di Novara e una di Borgomanero. Senza un reale motivo se non atteggiamenti aggressivi e qualche parola di troppo, si accese la miccia di uno scontro fisico con gravi conseguenze quando, isolato dagli amici, un ragazzo di Borgomanero – allora minore – si trovò di fronte un gruppetto di rivale all’interno dei quali in due mossero le mani. Uno, addirittura, infierì quando il ragazzo era ormai a terra, raggiungendolo con un calcio al volto che lo portò in ospedale.
Le denunce fatte partire dai familiari avviarono l’indagine che, condotta dai carabinieri di Arona, ha portato al rinvio a giudizio di due novaresi. Uno ha patteggiato ed è uscito di scena dal processo che il secondo ha affrontato con rito ordinario, finendo condannato. Per il giudice e il pm è stato difficile ricostruire quanto accadde quella notte di cinque anni fa, soprattutto perché diversi testimoni si sono dimostrati recalcitranti. Due, addirittura, non rispondendo a più convocazioni, sono stati prelevati e coattivamente accompagnati in aula dall’Arma, dove hanno risposto in maniera evasiva.
Alla fine del dibattimento il pm Maria Portalupi ha chiesto la condanna, vista la gravità dei fatti e il comportamento processuale, a due anni, ritenuti troppi dal giudice Beatrice Alesci, che ha tolto un’aggravante e compensato con le attenuanti generiche sino a scendere a un anno e sei mesi. Quanto al risarcimento, rimesso in sede civile, è stata disposta la somma di 20.000 euro (15.000 alla vittima, 5.000 alla mamma, entrambi costituiti parte civile) a titolo di provvisionale.


