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VERBANIA - 16-05-2025 -- Tentato sfregiamento, lesioni personali e stalking. Sono tre i capi di imputazione per i quali il pm Laura Carrera chiede il rinvio a giudizio del 63enne che, lo scorso 28 dicembre, fu arrestato a Trobaso dopo aver aggredito l’ex convivente. La donna, parrucchiera di professione, fu bloccata in negozio dall’uomo, che dopo un primo assalto non portato a termine, la chiuse nel bagno, la colpì e tentò di versarle sul volto il liquido di un composto a base d’acido acquistato la mattina stessa. Venne fermato grazie all’intervento degli avventori del bar vicino, attirati dalle urla della donna.

A indagini chiuse, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio e il gup terrà udienza il prossimo 27 maggio. Tre, come detto, le contestazioni. La più grave è la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, uno dei reati specifici introdotti con la legge sul codice rosso del 2019. L’accusa è nella forma tentata perché l’assalto non ha provocato lesioni permanenti ma – sostiene il pm – avrebbe potuto farlo dal momento che la concentrazione di acido cloridrico del prodotto utilizzato, anche se contenuta nel 6,5%, sarebbe stata sufficiente a causare lesioni gravi e deturpanti. A questo capo di imputazione si aggiunge quello di lesioni oltre allo stalking. L’aggressione, infatti, avvenne dopo che da circa un mese tra i due era terminata una relazione sentimentale al cui epilogo l’imputato non si rassegnava, al punto di nutrire un rancore ossessivo e a premeditare quell’aggressione venefica.

L’imputato, che da quel giorno non ha lasciato il carcere e si trova tuttora in custodia cautelare, è difeso dall’avvocato Marisa Zariani. La parte offesa, che si costituirà parte civile, è assistita dall’avvocato Mario Di Primio.

 


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