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VERBANIA - 31-03-2025 -- Per il giudice quei comportamenti non furono stalking. A quasi sei anni dalla denuncia e dopo tre anni di processo, s’è chiuso in primo grado con un’assoluzione il procedimento a carico di un 46enne egiziano residente a Verbania, accusato di atti persecutori nei confronti di una magrebina di due anni più grande di lui. L’astio nei confronti di quest’ultima sarebbe nato dal rifiuto di cedere alle sue avance e di avere una relazione sentimentale. Le prime condotte contestate risalgono al 2013, le ultime nel 2019. Per la Procura, in fase di indagini, sono state inquadrate come un unico capo di imputazione di stalking, che assommava cinque episodi. Tra questi rientrano ingiurie, minacce e insulti. In un caso, in presenza di terze persone, lui l’aveva definito lei “puttana”, dicendole che era una vergogna anche per la sua famiglia, che aveva avuto relazioni extraconiugali e che se lui fosse stato suo parente l’avrebbe ammazzata. Nel prometterle che non l’avrebbe mai lasciata in pace, le disse che si sarebbe meritata di avere una figlia invalida.

La lunga fase del dibattimento, che ha scontato la difficoltà di ascoltare una testimone residente attualmente all’estero, s’è conclusa con la richiesta di condanna che il giudice, respingendo le istanze del pm e della parte civile, ha negato assolvendo l’uomo da ogni accusa.

 


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