ROMA - 31-03-2025 -- La sperimentazione è legittima. Persa quella politica, anche la battaglia legale dei comuni rivieraschi contro l’innalzamento estivo del livello delle acque del Lago Maggiore è finita male. Le sezioni unite civili della Cassazione, con una sentenza depositata nei giorni scorsi, hanno bocciato il ricorso che quattro Comuni e la Provincia avevano presentato impugnando il giudizio negativo espresso nel 2023 dal Tribunale supremo delle acque pubbliche. Verbania come capofila, sostenuto dall’ente provinciale del Vco, da Cannobio, Baveno, Cannero Riviera, Oggebbio e Ghiffa (intervenuti a giudizio in corso), chiedeva che fosse annullato il provvedimento con cui il Consorzio del Ticino, nel 2021, aveva prorogato di altri quattro anni la sperimentazione avviata nel 2015 quando, in previsione di periodi di siccità estivi, per garantire acqua alle centrali idroelettriche, alle risaie e ai campi della pianura Padana, s’era deciso di autorizzare al mantenimento di +1,25 metri (al massimo 1,35) il livello del Verbano oltre lo zero idrometrico. L’innalzamento delle sbarre della diga della Miorina, a Sesto Calende, è sempre stato considerato dai comuni rivieraschi deleterio, sia per l’ecosistema lacustre, sia per le attività turistiche: spiagge, campeggi, alberghi…
Un tema, quello dei danni, che era già stato valutato dal Tribunale superiore delle acque pubbliche e che è stato riconosciuto pure dalla Cassazione che, tuttavia, ha ribadito che la sperimentazione è legittima, sia perché il Consorzio del Ticino è autorizzato a prendere questa decisione, sia perché vanno contemperati tutti gli interessi di chi fruisce delle acque, non solo di coloro che vivono sulle sponde del bacino idrico.
Alla decisione segue la liquidazione delle spese legali. Verbania, la Provincia, Cannobio, Baveno e Cannero Riviera (Ghiffa e Oggebbio sono escluse) dovranno sborsare in solido tra di loro poco meno di 30.000 euro: 6.000 euro (più spese generali e accessorie) ciascuno al Consorzio del Ticino e al Parco lombardo del Ticino; 4.000 l’uno alla Presidenza del Consiglio dei ministri – settore protezione civile, al ministero dell’Ambiente, e all’Autorità del bacino Po.