VERBANIA - 25-03-2024 -- Il fatto è incontestato, ha una rilevante gravità e comporta, per il responsabile, una pena severissima. Ma sono sufficienti gli elementi di prova per mandare condannato l’imputato? È questa la domanda alla quale deve rispondere il collegio del Tribunale di Verbania, che deve giudicare un 25enne residente in Campania, accusato di pornografia minorile aggravata. I fatti sono accaduti nel 2021, quando la mamma di una 13enne con deficit cognitivo è venuta a conoscenza dei messaggi di natura sessuale scambiati dalla figlia, tramite Instagram, con due utenti del social network – apparentemente un uomo e una donna – sconosciuti. Messaggi iniziati con l’adescamento e proseguiti, in maniera esplicita e sempre più minacciosa, con la richiesta di invio di foto della giovanissima nuda. Invio che non si sarebbe dovuto fermare perché, altrimenti, quelle foto sarebbero andate in mano ai pedofili o sarebbero state divulgate ai suoi conoscenti.
Denunciato ai carabinieri, il fatto ha avuto uno sviluppo di indagine quando gli inquirenti sono risaliti all’indirizzo ip utilizzato per l’accesso a Instagram e per la creazione dei due profili, considerati riconducibili alla stessa persona. La connessione internet era intestata a un uomo residente in provincia di Napoli, padre di due figli. Delegati a effettuare una perquisizione domiciliare, i carabinieri della locale stazione sequestrarono un i-phone che, consegnato spontaneamente dal padre, sarebbe stato riconducibile a uno dei figli. In particolare a quello che oggi ha 25 anni e che a Verbania deve rispondere delle infamanti accuse di pornografia minorile, aggravate dal fatto che la vittima aveva meno di sedici anni e che fosse un soggetto debole. Con una pena edittale compresa tra 9 e 20 anni, il pm Fabrizio Argentieri, riconoscendo le attenuanti generiche, ha chiesto la condanna a 6 anni e 16.000 euro di multa. Per la difesa le indagini sono state lacunose e non hanno provato che lo smartphone su cui sono state trovate le foto compromettenti dell’adolescente fosse nella disponibilità esclusiva dell’imputato. Né che vi fosse lui dietro le chat su Instagram.