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p d giustizia 22

VERBANIA - 19.03.2025 -- Andrà a Torino, dove ripartirà dalla fase di chiusura indagini, il procedimento penale legato all’albergo diffuso di Cicogna, per il quale la Procura di Verbania ha chiesto il rinvio a giudizio del sindaco Doriano Camossi. Ieri il gup Mauro D’Urso ha accolto le eccezioni dei difensori del primo cittadino sulla competenza territoriale per uno dei due capi di imputazione contestati: l’indebita percezione di erogazioni pubbliche. Secondo un orientamento giurisprudenziale consolidato di recente dalla Cassazione, la competenza non è nel luogo in cui il contributo è stato chiesto e accreditato, bensì del Tribunale a cui si riferisce la sede dell’ente erogatore, in questo caso la Regione.

La vicenda dell’albergo diffuso, che nasce addirittura ai tempi dell’ultima giunta Marchionini (2009-2014), è una storia amministrativa lunga e travagliata. In un immobile in disuso -non di proprietà- situato di fronte al circolo della frazione Cicogna, porta di accesso del Parco nazionale Val Grande, il Comune progetta un albergo diffuso consistente, ancorché in un unico edificio, in quattro monolocali da adibire a uso turistico. Viene chiesto un contributo regionale tramite Pti (Piano territoriale integrato) e Torino, premiando il progetto “Vco in movimento”, gli assegna 250.000 euro sui 260.000 richiesti per i lavori. Mentre tutti gli altri progetti del Pti, a iniziare dal primo lotto della pista ciclopedonale Fondotoce-Suna, partono e si concludono, Cossogno resta al palo, innanzitutto per le lungaggini burocratiche nell’acquisizione al patrimonio comunale. Quando finalmente la situazione si sblocca, conclusa la fase della progettazione e affidato l’appalto, l’opera parte. Nel 2021, tuttavia, l’allora consigliera di minoranza (già sindaco) Rosalba Boldini, scrive alla Soprintendenza segnalando la mancanza dell’autorizzazione, indispensabile trattandosi di un’area interna al Parco nazionale Val Grande e sottoposta a vincolo. Vengono compiuti accertamenti e la Soprintendenza, nel febbraio 2023, blocca i lavori, attivando la magistratura. La Procura, nelle indagini coordinate dal sostituto procuratore Sveva De Liguoro, contesta al sindaco -unico a processo perché, inusitatamente, direttore lavori e impresa esecutrice non compaiono tra gli imputati di questo procedimento penale- l’abuso edilizio, ma anche un altro reato: l’indebita percezione di erogazioni pubbliche per aver ottenuto un contributo sulla base di “dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere”, come recita la norma.

Il trasferimento a Torino allunga i tempi della giustizia, ma crea anche un precedente per altri procedimenti in corso, o futuri, per questo tipo di reato a Verbania.

Nel frattempo, sul piano amministrativo, dopo che il Comune ha revocato – in pendenza di ricorso della Soprintendenza – le delibere di giunta e di Consiglio che dichiaravano di interesse pubblico l’opera con l’obiettivo di evitarne la demolizione, è in corso di definizione una parziale autorizzazione in sanatoria.

 


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