VERBANIA - 18-03-2025 -- Le accuse contro di lei sono cadute, mentre sulla sua denuncia la Procura ha chiesto l’archiviazione. È partito tutto da un normale controllo Covid alla stazione di Domodossola l’episodio che, l’11 marzo del 2022, ha visto coinvolta una 48enne donna originaria dell’est Europa residente in provincia e un poliziotto in servizio in Ossola. Titolare di un’agenzia di pratiche auto, quel giorno doveva recarsi all’ufficio della Motorizzazione, che si trova a Domodossola. Si spostò in treno ma, giunti in stazione, incrociò una pattuglia che le chiese il green pass. Non lo volle mostrare e, in un clima sempre più teso, iniziò una discussione finita poi in denuncia. I poliziotti la segnalarono alla Procura per oltraggio perché, opponendosi al controllo, li insultò mostrando il dito medio e mandandoli ...a quel paese. Lei, di contro, denunciò un agente per violenza sessuale, perché l’avrebbe palpeggiata durante il controllo. Il primo fascicolo l’ha portata a giudizio davanti al Tribunale di Verbania, nel procedimento concluso con l’assoluzione. La donna, difesa dall’avvocato Clarissa Tacchini, ha raccontato al giudice che già in precedenza, con quel poliziotto, aveva avuto un brutto approccio e che, quindi, s’era irrigidita perché preoccupata. Il suo legale ha sottolineato comunque che, parole o gestacci a parte, alla scena non partecipò nessuno all’infuori degli operatori di polizia, giacché -senza pubblico- gli insulti si configurerebbero al massimo come un’ingiuria (reato depenalizzato). Per l’accusa il pm Anna Maria Rossi ha sottolineato il comportamento scorretto dell’imputata per la quale ha chiesto una condanna a quattro mesi, negando anche le attenuanti generiche.

Circa i palpeggiamenti, la denuncia della donna, che ha chiesto fossero esaminati i video della sorveglianza interna allo scalo, per la Procura è insussistente, tanto che è stata chiesta l’archiviazione, contro la quale la parte offesa s’è opposta: si è in attesa che venga fissata l’udienza di discussione.