STRESA - 18-03-2025 -- Scadono venerdì i dieci giorni che il segretario comunale di Stresa ha dato a Fiorenzo Ridolfi, che dal 1° febbraio attende di subentrare nell’assemblea municipale alla dimissionaria Carla Gasparro, per chiarire – anche documentalmente – la sua posizione di dipendente di Enel Sole (fornitore del Comune) e attestare la sua non incompatibilità con la carica. La contestazione, una procedura prevista dalle norme sugli enti locali, è stata avviata a sorpresa l’11 marzo, a poco meno di un mese dal consiglio che, il 14 febbraio, s’era concluso con un nulla di fatto nella votazione per il suo ingresso. Era stato l’ex sindaco Canio Di Milia, oggi uno dei tre capigruppo di minoranza, a paventare un possibile conflitto di interessi di Ridolfi e ad annunciare che, insieme ai colleghi dell’opposizione, avrebbe votato contro. L’esito, sei favorevoli e sei contrari, aveva solo confermato il totale stallo politico della città di Stresa. In quella seduta lo stesso segretario comunale, che più volte aveva ribadito che la surroga fosse un atto obbligatorio, con conseguenze legali per chi non avesse adempiuto, aveva anche avvertito i consiglieri che un’eventuale contestazione avrebbe dovuto avvenire ai sensi di legge, cioè con una votazione del Consiglio comunale.
E, invece, inaspettatamente e senza alcun dibattito o votazione, è stato egli stesso ad avviare la contestazione, forse per sbloccare un evidente impasse. In mezzo, nell’arco delle ultime settimane, ci sono state le sollecitazioni della prefettura al sindaco affinché provveda a convocare il Consiglio comunale per procedere con la surroga. Una decisione era stata presa nella conferenza dei capigruppo del 6 marzo, che aveva individuato la data del 13 per la riunione. Nei giorni successivi non è arrivata alcuna convocazione e s’è appreso della contestazione. La procedura, sui generis, è ora al vaglio dei gruppi di minoranza, che stanno valutando di chiedere un’interpretazione autentica al ministero dell’Interno.
Di fatto la paralisi politica del comune di Stresa è evidente. Da 46 giorni la consigliera che s’è dimessa non è stata sostituita (né è stata sostituita in giunta, con tutte le deleghe – le più importanti di un ente locale – trattenute dal primo cittadino); tre di coloro che dovevano subentrarle hanno rifiutato e Ridolfi è l’ultimo dei candidati del 2020; dopo che già un consigliere (Tommaso Coppini) aveva lasciato la maggioranza nel 2021, il capogruppo (Gianmarco Bazzi) l’ha fatto il mese scorso. I numeri, a oggi, non consentono al sindaco Marcella Severino di governare, salvo che non entri Ridolfi, la cui potenziale incompatibilità è stata formalmente contestata ed è da chiarire, chissà quando.