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VERBANIA - 12-03-2025 -- Poste italiane sarà parte civile solo contro il portalettere e non contro il medico che ne attestò lo stato di malattia, garantendogli la mutua. Così ha deciso il gup Rosa Maria Fornelli oggi nell’udienza preliminare del procedimento che vede alla sbarra Omar Barrese, postino in servizio sul Verbano, e il suo medico di famiglia Camillo Pennisi. Quest’ultimo avrebbe falsamente attestato uno stato fisico che gli impediva di lavorare anche se in realtà l’uomo si occupava del bar di Verbania gestito dal figlio. False attestazioni e truffa aggravata (il postino è considerato un pubblico ufficiale) sono i reati contestati che, nella prospettazione dell’accusa, si accompagnerebbero alla corruzione. La Procura sostiene, infatti, che per il rilascio dei certificati medici il dottore sarebbe stato ricompensato con viaggi da e per Malpensa. Tesi, questa, che le difese contestano.

L’indagine, denominata “ricette facili”, è stata condotta dalla sezione di pg dei carabinieri, coordinati dall’allora procuratrice Olimpia Bossi e ha portato, nel dicembre del 2023, all’arresto dei due uomini, misura poi convertita in divieto di esercitare la professione per un anno per il medico, nei domiciliari per il portalettere.

Oggi le parti hanno discusso l’eccezione preliminare sulla costituzione della parte civile. Poste ha chiesto di chiamare in causa anche il medico come corresponsabile per gli stipendi che il portalettere ha ottenuto durante i periodi di malattia, ma il gup ha respinto l’istanza. Restano da chiarire altre questioni preliminari, tra cui la qualifica di incaricato di pubblico servizio (quindi equiparabile a pubblico ufficiale) del postino, insussistente secondo la sua difesa. Il procedimento è stato aggiornato ad aprile, con anche l’opzione della richiesta di riti alternativi.

 


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