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VERBANIA - 10-03-2025 -- Tutti i fatti contestati rappresentano un unico disegno criminale. Con undici condanne – di cui una a Verbania – diventate definitive per una serie di frodi telematiche commesse tra il 2011 e il 2012, un 56enne della provincia di Lecce s’è guadagnato un lungo conto con la giustizia. Come truffatore seriale, per gli episodi nei quali è stato denunciato e che hanno portato a riconoscerne l’identità e ad accertarne la pena,e responsabilità, tra il 2016 e il 2018 ha accumulato pene di media durata che, messe insieme, gli garantirebbero una lunga detenzione. È per questo che il suo difensore s’è rivolto al Tribunale di Perugia, ultimo in cui è stato giudicato, chiedendo la continuazione, domandando cioè che tutti i fatti fossero riconosciuti come uno unico e, in virtù di ciò, che la pena fosse ricalcolata con il meccanismo degli aumenti, abbassandola notevolmente.

Il magistrato umbro ha respinto la richiesta e, così, dopo ricorso s’è pronunciata la Cassazione. Gli ermellini hanno riconosciuto che “tutti i reati – truffe con sostituzione di persona – sono stati commessi in un biennio, con le medesime modalità e sempre per soddisfare la medesima esigenza del condannato di procacciarsi le risorse economie necessarie per soddisfare i bisogni suoi e dei familiari”. Le frodi, ancorché ripetute e perpetrate in tutte le parti d’Italia, sono state commesse tutte “rimanendo nella medesima sede fisica”, cioè al pc di casa.

 


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