VERBANIA - 08-03-2025 -- Corruzione e accesso abusivo a sistema informatico sono i reati per i quali da ieri sono sottoposti a ordinanza di custodia cautelare due avvocati della provincia di Frosinone e un carabiniere in servizio in centro Italia. L’indagine è della Procura della Repubblica di Verbania, che ha seguito un filone degli accertamenti effettuati su una società ossolana che distribuisce carburanti tramite alcuni distributori di benzina senza marchio in provincia. Un controllo del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Verbania aveva fatto emergere l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, dalla quale è scaturita nel 2024 l’indagine a livello nazionale “fuel family”. Attraverso la Procura europea e diverse Procure italiane sono state denunciate dieci persone con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, e sequestrati 300 milioni e coinvolte – a vario titolo – 59 persone fisiche e 13 imprese.
Parallelamente a questa attività, partendo dai reati contestati all’imprenditore ossolano, condannato per l’emissione di false fatture, gli inquirenti sono risaliti ai rapporti tra questi e i due avvocati laziali, che ne hanno assunto la difesa. Alfredo Scaccia, 62 anni, avvocato stabilito ed imprenditore – già presidente del Frosinone calcio, personaggio molto conosciuto nel Lazio –; e il figlio Gabriele, 40 anni, sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare insieme a un carabiniere. L’ipotesi accusatoria è di corruzione e di accesso abusivo a sistema informatico. Padre e figlio avrebbero pagato il militare affinché questi, entrando nelle banche dati delle forze dell’ordine, raccogliesse informazioni utili nel seguire le indagini in corso. Alfredo Scaccia, che si trova in carcere a Frosinone (gli altri due sono ai domiciliari) è a giudizio al Tribunale di Verbania per esercizio abusivo della professione forense, perché in un procedimento penale pendente nel capoluogo del Vco avrebbe svolto attività professionale senza averne il titolo.