VERBANIA - 06-03-2025 -- Era in mutua dalla scuola per attacchi d’ansia, depressione e claustrofobia, ma lavorava come educatrice in un progetto di home schooling. Per la Procura di Verbania è colpevole di false attestazioni e di truffa aggravata ai danni dello stato l’insegnante ossolana chiamata a rispondere dei cinque mesi tra il 2021 e il 2022 nei quali, assente in malattia da un istituto comprensivo ossolano, in realtà partecipava a un progetto educativo di un’associazione operante a Domodossola.

I sospetti di questa doppia attività, realizzata in periodo post Covid – quando molto insegnanti erano sospesi per il rifiuto di sottoporsi al vaccino – vennero alla preside, che raccolse voci seccamente smentite dalla diretta interessata. Qualche tempo dopo, però, venne a sapere dalla famiglia di una bambina che voleva entrare nella scuola primaria proveniente da una struttura privata e che, quindi, doveva sostenere un esame, che l’alunna aveva frequentato questo centro in cui, tra le docenti, c’era anche la sua insegnante.

Sporse denuncia e la Guardia di finanza avviò l’indagine che l’ha portata a giudizio. E che l’ha vista condannata a un anno e otto mesi, 1.200 euro di multa, con il beneficio della sospensione condizionale della pena, ma con la confisca di poco meno di 6.000 euro, la somma delle mensilità nelle quali ha percepito lo stipendio pur non recandosi al lavoro. Il pm Sveva De Liguoro, titolare del fascicolo, aveva chiesto la condanna a due anni, sottolineando la gravità del comportamento e il fatto che non abbia mai fornito una spiegazione, né una giustificazione. Non ha chiesto di essere sentita alla chiusura delle indagini, né s’è mai presentata al processo, che ha visto avvicendarsi più difensori d’ufficio.