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STRESA - 10-02-2025 -- “Non hanno mai sollevato nessun problema di carattere politico o amministrativo, i motivi sono legati a un’ingerenza nella vita personale, privata e familiare. Non vado oltre: mi ha fatto male in un momento delicato della mia vita”. Al Consiglio comunale di questa sera Marcella Severino non s’è sbilanciata, ma non ha risparmiato una frecciata velenosa a Carla Gasparro e a Gianmarco Bazzi, l’assessore dimissionaria e il capogruppo fuoriuscito dalla maggioranza che, nelle ultime due settimane, coi loro distinguo -Gasparro lasciando, oltre la giunta, il Consiglio comunale- hanno reso evidente la difficoltà del governo cittadino stresiano.

Difficoltà che, pur restando abbottonata, il sindaco ha minimizzato, rovesciando la responsabilità sui fuoriusciti e tacciandoli di agire per questioni esterne al Comune, legate appunto a imprecisate questioni di famiglia. E dire che Gasparro e Bazzi erano le due persone più vicine a Severino. La prima aveva deleghe pesanti (Bilancio, Urbanistica, Patrimonio), il secondo -con cui milita dai tempi della Lega- era il collante tra giunta e Consiglio. Fa rumore, oltre al loro distacco, la decisione dei primi tre non eletti della lista Progetto Comune, di rinunciare a subentrare.

La seduta di stasera, convocata alle 18, aveva due punti all’ordine del giorno: le comunicazioni del sindaco e la surroga di Gasparro con Fiorenzo Ridolfi, l’ultimo in termini di preferenze.

Alle stringate comunicazioni, che non hanno riguardato la nomina di un nuovo assessore o la redistribuzione delle deleghe, sono seguiti gli interventi dei capigruppo di minoranza. Giuseppe Bottini (Stresa e frazioni) ha sottolineato la gravità politica di queste dimissioni “di peso”. Andrea Fasola Ardizzoia (Per Stresa) ha parlato di una “città lacerata” anche per i precedenti addii di Giorgio Diverio – assessore tecnico dimessosi dopo un anno – e Tommaso Coppini – passato in minoranza – e per i forfait di chi doveva subentrare: “manca un anno alle elezioni, limitatevi all’ordinario e non portate progetti non condivisi dalla città solo per avere consenso”.

“Fatevi un esame di coscienza: non vi ha prescritto il medico di fare gli amministratori comunali, domandatevi se siete in condizione di andare avanti” – ha concluso Canio Di Milia che, uscendo dall’aula con i consiglieri di minoranza presenti, ha fatto venir meno il numero legale per la surroga di Ridolfi, rimandata alla prossima assemblea municipale.

 


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