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VERBANIA - 20-01-2025 -- “I fatti potrebbero (o, meglio dire, avrebbero potuto) integrare il reato di abuso d’ufficio, fattispecie che, tuttavia, come è noto, è stata recentemente abrogata”. Sta in due righe, “nell’irrilevanza penale”, la motivazione con cui l’ex procuratore di Verbania Olimpia Bossi chiede si archivino le accuse per le quali, dall’estate 2023, sono indagate il sindaco di Verbania Silvia Marchionini e la sua vice Marinella Franzetti.
Secondo l’accusa non c’è reato nell’ingarbugliata vicenda del concorso per la nomina del dirigente alle Finanze chiuso a fine 2022. Né sul tentativo di cambiarne l’esito, a favore della seconda (candidata interna, già in carica a tempo determinato); né per i fatti collegati e denunciati dalle due parti offese: l’ex segretaria generale Antonella Mollia e la vincitrice del concorso, che dopo due mesi s’è dimessa per le pressioni ricevute. Fatti rubricati, per la sola Marchionini, come violenza privata e stalking nei confronti della vincitrice del concorso; e come stalking verso l’ex segretaria, poi revocata.
La richiesta di archiviazione è del 20 novembre, tre settimane prima che Bossi se ne andasse a Milano lasciando il posto al suo sostituto, Alessandro Pepè.
La graduatoria da “aggiustare”
La data chiave è il 6 dicembre 2022, giorno degli orali del concorso bandito nel 2021 e portato avanti tra varie traversie (si legga l’articolo a parte). Dei tre candidati presentatisi agli scritti, solo due lo superano. Una è l’interna, l’altra viene da fuori. La commissione presieduta dal segretario comunale di Arona Agostino Carmeni e dai dirigenti di Busto Arsizio (Maria Teresa Marino) e Parabiago (Gianluca Fasson) sceglie quest’ultima. Marchionini è a Torino per impegni istituzionali. Una dipendente dell’ufficio personale le comunica telefonicamente l’esito, a lei sgradito come accertato dalle indagini. Poco dopo si presenta nell’ufficio dove i commissari e la segretaria stavano ultimando il verbale, il vicesindaco Franzetti, che esprime il proprio (e quello del sindaco) disappunto, unito ad amarezza. Stando alla testimonianza di Carmeni, Marino e Fasson, chiede anche di ribaltarlo a favore della candidata interna, suscitando lo sconcerto dei commissari, che dicono di no e che, rimasti soli, discutono anche se riferirlo alla magistratura, pur soprassedendo.
Il 12 dicembre Carmeni viene convocato da Marchionini a Palazzo di Città. Il sindaco spiega, come già aveva fatto il suo vice, che l’esito del concorso avrebbe gravi ripercussioni per il Comune e gli domanda se sia possibile cambiare il vincitore. Sta scherzando? - risponde il presidente che, pur non percependo una pressione o una minaccia diretta, se ne va sbigottito. È l’inizio di un periodo di tensione, anche con la segretaria, destinataria delle stesse sollecitazioni, che ha portato alla frattura completa del loro rapporto personale e professionale.
Questi fatti, raccolti da una fonte confidenziale dalla sezione di pg dei carabinieri il 4 aprile 2023, diventano una Cnr che induce la procuratrice, un mese dopo (il 9 maggio) ad aprire un fascicolo modello 45, cioè per “fatti non costituenti reato”. Vengono sentite la vincitrice del concorso e la segretaria generale e, allora, compare una notizia di reato: tentata turbativa d’asta. Franzetti viene interrogata in luglio, Marchionini in settembre: entrambe come indagate, assistite dai rispettivi legali.
Successivamente le parti offese presentano, in tempi diversi, una denuncia querela per violenza privata, minacce, stalking e -almeno Mollia- segnalando diversi possibili reati contro la pubblica amministrazione. Vengono sentite altre persone e, con dicembre 2023, l’indagine di fatto si ferma. Da allora, più nulla, nonostante mediaticamente (e politicamente) l’intervento della trasmissione Le Iene porti il caso all’attenzione nazionale e che, di mezzo, ci siano le elezioni, con più d’una presa di posizione pubblica a favore della chiarezza da parte della Procura.
La chiusura delle indagini arriva a novembre 2024, 23 mesi dopo il concorso, a 19 dalla confidenza raccolta dall’informatore, a elezioni concluse.
La tentata turbativa d’asta
Per la Procura la turbativa d’asta (tentata) non sussiste. Innanzitutto perché il reato (art. 353 del codice penale) è, per giurisprudenza pacifica riferito a incanti, cioè gare d’appalto, e non per i concorsi. E, poi, perché prevede violenza o minaccia, oppure promesse e collusioni, che nessuno dei commissari ha riferito.
L’abuso d’ufficio
Ci sarebbe, e l’ex procuratrice lo scrive, l’ipotesi di abuso d’ufficio (art. 323), che l’attuale governo, col ddl Nordio, ha abolito. La legge, di cui si parlava da tempo, è stata firmata dal presidente Sergio Mattarella solo il 9 agosto 2024. Nel maggio 2023, quando iniziò l’indagine, era un reato vigente. Ciononostante la Procura non l’ha mai previsto tra le contestazioni mosse alle due indagate.

 


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