MONTEBELLUNA – 20.03.2016 – Un’altra sforbiciata.
Dopo aver già chiuso 70 filiali in due tranche, di cui 5 nel Verbano Cusio Ossola (Druogno, Vogogna, Gravellona zona industriale in prima battuta, Suna e Fondotoce in seconda) e 6 nel Novarese (Castelletto Ticino, Borgomanero stadio; Borgolavezzaro, Pogno, Gargallo e Ghemme), la scure di Veneto Banca è calata nuovamente sulle strutture periferiche. Tagliare, razionalizzare e ridurre i costi sono il verbo predicato mercoledì scorso nell’incontro che l’istituto ha avuto a Montebelluna con i rappresentanti sindacali. Incontro nel quale la società ha svelato le carte del nuovo ridimensionamento: via altri 60 sportelli (la metà entro maggio, l’altra metà al massimo nel primo trimestre 2017) con 730 esuberi di personale. Il modello scelto per la nuova rete è quello già annunciato: hub & spoke, termine inglese che, di fatto, significa avere agenzie primarie circondate da una rete di sportelli. Il ridimensionamento riguarda anche le direzioni territoriali, che da 8 scendono a 3 per Veneto Banca (una per Bancapulia). L’obiettivo è contenere il rapporto tra costi e ricavi, passando dal 70 al 47%.
La vertenza sindacale che s’è aperta e che verosimilmente si concluderà entro l’assemblea degli azionisti del 5 maggio, è molto delicata e riguarda gli esuberi e la loro ricollocazione. Non sono ancora noti l’elenco degli sportelli prossimi all’abolizione, né dei livelli occupazionali successivi alla riduzione delle direzioni territoriali nelle singole realtà di Veneto Banca. E non è nemmeno escluso che le sforbiciate finiscano perché, dopo la quotazione in Borsa e l’aumento di capitale, all’orizzonte si profila qualche aggregazione con una o più banche. “Da parte nostra, il sommo obiettivo sarà quello di non disperdere il patrimonio umano e professionale presente nell’impresa – scrivono i sindacati –, salvaguardando il salario e l’occupazione, facendo ricorso esclusivamente agli strumenti di contratto disponibili e nel rigoroso rispetto di quanto questi consentono. Non consentiremo che vi sia, in alcun modo, la possibilità che si esternalizzino attività all’infuori di quanto previsto dalle regole del settore. Riteniamo che vi dovrà essere da parte di tutti gli attori in gioco un enorme senso di responsabilità perché non si finisca con il far pagare agli innocenti lavoratori il conto della crisi che sta attraversando il nostro gruppo”.