VERBANIA - 22-10-2024 -- Un anno di condanna. È questa la richiesta avanzata dal pm Gianluca Periani nei confronti di fratello e sorella e del figlio di lui, amministratori e dipendente di un’autofficina, accusati di fronde nelle pubbliche forniture. In quattro occasioni in cui ebbero da riparare, tra il 2021 e il 2022, mezzi da lavoro di ConSerVco -spa con capitale pubblico con la quale avevano un contratto in essere- avrebbero utilizzato pezzi di ricambio non originali, effettuato sostituzioni non indispensabili, o fatturato lavorazioni non eseguite.
Ad accorgersi che qualcosa non andava furono i vertici dell’azienda, insospettiti che un camion appena riparato si fosse guastato di nuovo e che quella seconda riparazione costasse parecchie migliaia di euro. Chiesero un preventivo al rivenditore novarese da cui avevano acquistato il mezzo, il quale gli disse che se la sarebbero cavata con poche centinaia di euro. Furono effettuati approfondimenti su altre situazioni simili e venne commissionata una perizia per valutare l’entità e la necessità degli interventi effettuati. In altri tre casi vennero rilevate anomalie che portarono alla presentazione della denuncia. Le indagini hanno permesso alla Procura di avere elementi utili per il rinvio a giudizio. Il procedimento ha celebrato oggi l’udienza con rito abbreviato. Davanti al gup Rosa Maria Fornelli i tre imputati, difesi dall’avvocato Loredana Brizio, si sono fatti esaminare, confermando il contenuto dell’interrogatorio di garanzia, giustificando l’uso dei pezzi non originali con la necessità di averli prima e di non poter attendere la spedizione.
Il pm ha chiesto un anno a testa, mentre ConSerVco, rappresentata dall’avvocato Paolo Patacconi, ha chiesto un risarcimento complessivo di circa 16.000 euro tra danno materiale e perizie effettuate per accertarlo. Il giudice ha rinviato a novembre per la decisione.