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tribunale 17

VERBANIA - 11-10-2024 -- Non doversi procedere per le lesioni stradali, assolta con la formula del dubbio dall’omissione di soccorso. Con il risarcimento alla parte offesa -un ventunenne di Verbania- e la contestuale remissione della querela, alla donna ucraina accusata dell’incidente stradale avvenuto il 4 aprile del 2023 restava da convincere il giudice di non essersi accorta che il motociclista ruzzolato a terra in corso Europa a seguito di una sua manovra azzardata. È questa la dinamica del sinistro accaduto nella primavera di un anno fa. Il 21enne era diretto verso Pallanza e, mentre i veicoli che lo precedevano, tra cui il suv Bmw dell’ucraina, andavano a rilento per via del traffico, le si avvicinò. Superata la rotonda antistante il comando dei vigili del fuoco, il fuoristrada improvvisamente voltò a sinistra, invadendo la corsia protetta dalla doppia linea bianca e imboccando forzatamente via Buonarroti e la strada per la Castagnola. Questa svolta vietata colse di sorpresa il 21enne che cadde e si fece male.

Le forze dell’ordine non ci misero molto, avendo la descrizione del veicolo e possedendo le immagini delle telecamere della videosorveglianza, a risalire all’identità della donna bionda vista dai testimoni, e oltre a sanzionarla per le violazioni al codice della strada, la denunciarono per omissione di soccorso, reato procedibile d’ufficio a differenza delle lesioni, sulle quali le parti si sono accordate stragiudizialmente. Nel chiedere 6 mesi di arresto, il pm Maria Traina ha sottolineato la necessità di punire un comportamento -l’allontanamento dal luogo dell’incidente, senza sincerarsi delle condizioni del motociclista- potenzialmente rischioso per il ferito.

Di diverso avviso la difesa, che ha spiegato come, in realtà, non ci fu un vero e proprio incidente poiché il suv non presentava graffi o ammaccature e perché il centauro, che stava superando le auto in coda, avanzò in un punto cieco del veicolo. Una tesi, questa, che ha convinto il giudice Elisabetta Ferrario, quantomeno per la mancanza delle prove a sostegno dell’accusa.

 


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