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VERBANIA - 16-09-2024 -- È durato meno di sei mesi l’obbligo di censimento genetico dei cani verbanesi. Sul finire dello scorso mandato amministrativo la giunta di Silvia Marchionini aveva proposto al Consiglio comunale, che l’aveva approvato modificando l’apposito regolamento comunale, uno strumento considerato di deterrenza all’abbandono di deiezioni canine. Accertata l’inciviltà (dei padroni, in realtà, e non degli animali) che non raccolgono i “bisognini” dei propri amici a quattro zampe come impongono educazione e decoro, nonché la legge, era stato introdotto l’obbligo, per i possessori di cani che già sono iscritti ad una specifica anagrafe e dotati di microchip, di fornire un tampone da cui prelevare il Dna. Con la creazione di una banca dati specifica, infatti, sarebbe stato più facile, esaminati i campioni di feci raccolti in strada, multare i responsabili.

Questa misura è stata considerata inefficace e farragginosa dalla nuova Amministrazione con a capo il sindaco Giandomenico Albertella. E, così, alla prima occasione utile, è tornato in aula il regolamento dal quale è stato cancellato l’obbligo genetico e le relative sanzioni, con un piccolo risparmio di circa 35.000 euro perché c’era l’impegno del Comune a finanziare la prima parte del progetto.

 


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