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STRESA - 13-08-2024 -- Sono diversi i punti da chiarire nella delicata vicenda portata alla luce nei giorni scorsi dal quotidiano La Stampa sul presunto stupro di una cliente di un importante hotel di Stresa che sarebbe avvenuto in camera da letto ad opera di un dipendente dell’albergo.

Il fatto risale al 14 luglio scorso e la denuncia è del giorno successivo. Da allora l’uomo è indagato con l’accusa di violenza sessuale, che nega totalmente. La sua difesa ricostruisce un diverso contesto e si dice in possesso di prove a suo discarico, tra cui la mole di immagini scaricata dal server dell’albergo, che con la videosorveglianza copre la totalità degli spazi comuni.

La denunciante è una turista di 29 anni della mitteleuropa che già l’anno scorso aveva trascorso un periodo di vacanza a Stresa con la mamma. In quell’albergo aveva stretto amicizia con un addetto alla reception, con cui era rimasta in buoni rapporti.

Il nodo della delicata vicenda è la manciata di minuti, a metà pomeriggio, durante i quali i due sono rimasti soli nella camera d’albergo di lei mentre la mamma – con cui condivide la stanza – era in piscina. Che cosa sia accaduto non è documentabile, ma la turista ha denunciato di avere subito atti sessuali non consensuali.

Ciò che può essere invece documentato è tutto quanto accaduto prima e dopo, sino alla sera del 15 luglio quando, a tarda ora, la ventinovenne è uscita dall’hotel e ha incontrato i carabinieri di Stresa, ai quali ha raccontato i fatti, presentando denuncia e avviando il protocollo del codice rosso, compresa la visita in ospedale e il prelievo di campioni biologici da analizzare.

Nel corso della stessa notte il receptionist è stato chiamato dai carabinieri, che gli hanno sequestrato il cellulare e notificato un’informazione di garanzia. Il fascicolo è seguito per la Procura di Verbania dal sostituto Laura Carrera. L’uomo è indagato a piede libero, non ha subito provvedimenti cautelari e il datore di lavoro l’ha mantenuto in servizio. E in servizio è stato anche nei due giorni successivi alla denuncia, quelli per cui mamma e figlia avevano prenotato la vacanza, regolarmente portata a termine.

Dirimenti, nell’ipotesi della difesa, sarebbero i comportamenti tenuti dalla denunciante prima e dopo il fatto. I video negherebbero un ingresso furtivo nella stanza di lei e mostrerebbero, all’uscita, un saluto tra i due. Anche i frequenti contatti avvenuti prima – dal check-in con calorosi saluti di benvenuto alle foto fatte insieme tutti e tre l’indomani – e dopo, mostrerebbero confidenza e nessuna ostilità. Sarebbe agli atti anche la ripresa di un colloquio, poco prima che la turista lasciasse l’hotel per andare a sporgere denuncia, in cui l’indagato avrebbe insistito con la presunta vittima per mantenere rapporti amicali, probabilmente travisati da lei.

L’indagine è in corso. L’ipotesi investigativa, costruita sulla denuncia, è di violenza sessuale. La difesa nega lo stupro e sostiene che la denuncia sia quantomeno un’esagerazione, se non la ritorsione a una relazione negata.

 


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