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STRESA - 06-08-2024 -- S’è risolta quasi alla campanella, per usare un gergo appropriato, la vicenda dei lavori di ammodernamento delle scuole elementari di Stresa che tra progetti, fondi Pnrr e annunci di improbabili traslochi, hanno finto l’Amministrazione fare retromarcia e rinunciare a un ingente esborso di fondi.

Nel settembre del 2022 Stresa partecipa a un bando Pnrr per riqualificare e ampliare la mensa delle elementari Fogazzaro, chiedendo un contributo di 400.000 euro. La graduatoria non premia il Comune, che è escluso. Ma, nel luglio 2023, uno scorrimento della stessa lo “ripesca”. I tempi sono stretti, le scadenze e i paletti dei progetti Pnrr stringenti. L’8 settembre i progettisti dello studio di fattibilità vengono incaricati del definitivo, che consegnano in pochi giorni, tanto che già il 14 settembre viene approvato. Ma, a quel punto, ci si accorge che come requisito per il finanziamento bisogna portare l’indice di rischio sismico da 0,713 (il minimo di legge è 0,6, quindi la scuola vi rientra) ad almeno 0,8. Tra il 12 e il 23 dicembre vengono affidati ulteriori cinque incarichi per 100.000 euro (più Iva e accessori) che portano, il 13 giugno 2024, la giunta Severino ad approvare un progetto che, per avere un indice di 0,816, comporta una spesa da 1,7 milioni, che non si finanzia col Pnrr, ma con fondi propri.

È sorto un problema. Per avere 400.000 euro di contributo bisogna spendere 1,7 milioni che non sono strettamente necessari (la scuola è in regola con la normativa antisismica). E farlo entro l’anno scolastico 2023/2024, con la necessità di trovare una diversa sistemazione agli studenti del Fogazzaro e ai remigini del “Maggia”, perché alle elementari si trovano da almeno un lustro, in attesa della nuova sede (pronta entro la fine del 2024/2025), le classi del primo anno dell’Alberghiero.

Un problema che il governo cittadino ritiene superabile, tanto che ancor prima di approvare il progetto, a fine maggio annuncia alla stampa: i lavori al Fogazzaro si faranno subito e gli studenti andranno provvisoriamente, per un anno scolastico, al Palacongressi, riadattato allo scopo.

In città sorgono dubbi, soprattutto da parte delle famiglie, e montano le proteste, anche perché all’annuncio mediatico non segue una comunicazione ufficiale, fino al Consiglio comunale della settimana scorsa, dove arriva la retromarcia.

“Il gioco non vale la candela” – ha detto all’assemblea municipale il sindaco Marcella Severino, spiegando di aver utilizzato “il buonsenso”. A farle cambiare idea non sarebbe stato l’adeguamento antisismico, che pure è il più costoso, ma le non precise stime dei lavori al Palacongressi dei suoi tecnici. “Abbiamo fatto un incontro con vigili del fuoco e Asl e quantificato in 130-140.000 euro la somma da spendere. Avremmo messo le elementari nella parte panoramica e il ‘Maggia’ nella sala Quattrocento. Poi l’ufficio tecnico, approfondendo, mi ha detto che per il cartongesso ignifugo e la controsoffittatura saremmo saliti a 400.000”.

Decisivi, quindi, sono stati – nelle parole del sindaco - i 360.000 euro sottostimati dagli uffici. Se, prima, il saldo negativo tra soldi spesi e contributo Pnrr di 1,44 milioni era accettabile, quando è passato a 1,7 milioni è stato troppo.

La retromarcia è stata accolta con sarcasmo dalla minoranza di Grande Stresa, che sul tema aveva depositato un’interpellanza non inserita all’ordine del giorno (tra le proteste): “Mi complimento, penso sia un record, se non nazionale, regionale – ha detto il consigliere Carlo Falciola –. La voce del Pnrr a Stresa è zero, anzi -400.000 euro. Non abbiamo preso neanche un euro e quelli che avremmo potuto prendere ci sarebbero costati più di quattro volte tanto in lavori antisismici”.

Il tempo perso, nel frattempo, ha fatto slittare i lavori della mensa, già appaltati che, non sfruttando le vacanze estive e durando più di sei mesi, non potranno garantire il servizio nel prossimo anno scolastico, tanto che il consigliere di minoranza Canio Di Milia, alla domanda se i bambini mangeranno in classe, s’è visto rispondere affermativamente dal sindaco.

Il bilancio di questo “pasticcio” dei fondi Pnrr, oltre a più di 100.000 euro di spese di progettazioni extra, è un anno scolastico senza refettorio, a mangiare in classe come ai tempi del Covid.

 


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