STRESA - 25-07-2024 -- Si tiene stasera alle 21,15 all’hotel Regina Palace il primo dei cinque incontri con i finalisti dell’edizione 2024 del Premio Stresa di narrativa. Si inizia con “I folgorati”, scritto da Susanna Bissoli ed edito da Einaudi.
Di seguito ne proponiamo la recensione.
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Zeno Benin è un uomo semplice che si ritiene fortunato perché capace di sbrogliarsi nel gestire i cambiamenti repentini del suo quieto vivere.
Il tempo di Zeno non trascorre come quello del protagonista del romanzo di Italo Svevo perché lui non è un indeciso, non si lascia vivere ma reagisce alla sorte con umorismo, senza perdersi d’animo anche se rimasto vedovo.
Nella casa di Quaderni, una frazione del comune Villafranca di Verona, passa le sue giornate in compagnia delle sue figlie, Vera e Nora e di Alice, la nipote.
Toni e Leone sono i suoi due conigli, uno di colore bianco e l’altro nero, quasi ad indicare la distanza che separa i punti di vista tra le generazioni, come accade nella favola di Charles Lutwidge Dodgson.
Il corridoio delle stanze chiuse che Nora chiama dei Barbablu è una strategia per stabilire dei confini da non oltrepassare.
Nora ha rilevato il negozio di scarpe e borse di famiglia, Vera è malata di cancro come lo è stata la mamma Anita, ora passata ad altra vita.
Alice, la figlia di Nora, è cresciuta troppo in fretta con l’impulso di volere andare via da tutti. I cinquantuno quaderni che Zeno scrive per non dimenticare e soccombere all’oblio sono custoditi nella camera del nonno e sono un pretesto per riavvicinarsi a Vera, che vorrebbe fare la scrittrice.
Per scrivere un romanzo bisogna avere una storia da raccontare così, tra una terapia e l’altra, Vera propone a Nora di unirsi al gruppo dei folgorati di Glonville.
Quando il padre viene ricoverato in ospedale, mentre trasmettono in televisione la storia della mistica Gemma Galani, Vera sente il bisogno di conoscere la veggente di Cason, una piccola frazione di Quaderni.
Vera è la protagonista del romanzo di Susanna Bissoli, la persona intorno alla quale si stringono tutti i famigliari insieme a Franco, il medico ortopedico con cui ha un legame che oscilla tra la vita e la morte, sempre in bilico tra attrazione e repulsione di sentimenti autentici, dichiarati senza pudore.
Quando lui decide di prestare servizio presso le cooperazioni internazionali di aiuti umanitari, lei si trasferisce a Sfakià in Grecia per insegnare italiano; entrambi fanno scelte radicali perché vogliono uscire dal giro vizioso che inchioda le loro esistenze al senso del dovere.
Per Vera si aprono voragini di vorticose domande dove i “se” si abissano in cerca di risposte, travolta dalla sensazione di sentirsi sempre da qualche altra parte, come se la sua vita fosse quella di qualcun’altra. Nella ricerca di sé stessa, con il suo turbate in testa, tradisce suo padre, sua sorella e sua nipote Alice per poi tornare a Quaderni dove sono quasi tutti pronti ad accoglierla a braccia aperte.
Monica Pontet
docente, scrittrice pubblicista