1

differenzxiata

VERBANIA - 18-07-2024 -- Per quest’anno l’aumento della tassa rifiuti ai verbanesi lo pagherà il Comune. Dopo la clamorosa bocciatura nell’ultima seduta di mandato del Consiglio comunale e come preannunciato in campagna elettorale, la nuova Amministrazione Albertella non scaricherà sui cittadini/utenti il deficit di bilancio della municipalizzata dei rifiuti. La decisione verrà ratificata stasera nella seconda adunanza dell’assemblea municipale, convocata ancora una volta a teatro per l’indisponibilità di Palazzo Flaim. La questione, nota e assai dibattuta, è legata all’aumento dei costi del servizio che avevano visto il sindaco Silvia Marchionini scontrarsi con l’amministratore unico di ConSer, il collega di partito Giuseppe Grieco. Dovendo coprire il disavanzo, forte di una risoluzione di Arera (l’Authority dell’energia), il Consorzio rifiuti aveva approvato i nuovi piani economico finanziari dei singoli comuni con aumenti medi dell’8%, invitando i relativi Consigli comunali a prenderne atto. Verbania (e non solo), anche perché si era alla vigilia delle votazioni, s’era spaccata sull’aumento della tariffa e, non approvando il piano economico finanziario, ha rinviato la decisione. Che, ora, la giunta Albertella ha affrontato mettendo mano al portafogli e, applicando parte del cospicuo avanzo di amministrazione del 2023 trovatosi in eredità, ha deciso di saldare il conto con 561.377,46 euro.

Se il contribuente può tirare un sospiro di sollievo immediato, il problema si sposta solo in avanti perché difficilmente il costo del servizio diminuirà nel 2024 e, l’anno prossimo, la stessa somma (e, magari, una ulteriore se i costi saranno cresciuti) dovrà essere recuperata con la Tari.

All’ordine del giorno del Consiglio comunale la seconda variazione di bilancio, con relativo assestamento e verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio, è il primo di cinque punti. L’avanzo del 2023 è stato, complessivamente, di 14.064.510 euro, di cui 5.719.225 di cosiddetto avanzo libero, cioè applicabile in parte corrente per saldare debiti fuori bilancio, estinguere mutui o per spese una tantum o irripetibili; e, in conto capitale, per investimenti. L’assestamento applica soltanto circa 2,4 milioni, facendo sì che altri 3,3 siano disponibili da qui sino a fine anno.

 


Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.