VERBANIA - 26-06-2024 -- Uno dei due egiziani ritenuti dalla Procura le “menti” di quel sistema truffaldino è irreperibile e la sua posizione verrà stralciata, in attesa che venga rintracciato. L’altro ha accettato di patteggiare, concordando una pena di 15 mesi. Si vanno definendo, anche se si dovrà attendere la fine di ottobre per le decisioni del gup, le posizioni delle 17 persone, tra cui anche un funzionario pubblico – che non ha optato per riti alternativi – coinvolte in un’inchiesta sulle residenze fittizie per ottenere il ricongiungimento coi parenti.
Nel 2021 il comune di Domodossola rilevò l’anomalia anagrafica di due alloggi, peraltro fatiscenti, della centrale via Briona che, in pochi mesi, avevano visto un numero ragguardevole di cittadini di origine magrebina insediarsi, con regolare contratto d’affitto, fissando lì la propria residenza. Erano più di una dozzina e, tutti, dopo aver regolarizzato la loro posizione, hanno successivamente presentato domanda per il ricongiungimento dei parenti rimasti in nord Africa, un iter che chiama in causa questura e prefettura. È stata quest’ultima a dare il nulla osta, un atto che ha determinati – questa l’ipotesi accusatoria – non solo il reato di falso, ma anche quello di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le posizioni sono diverse. Le più gravi riguardano i due ideatori di questo sistema e il funzionario che sarebbe stato indotto a falsificare la firma del proprio superiore. Chi ha potuto ha scelto la messa alla prova, una parte ha patteggiato o optato per il rito abbreviato e, su diciassette imputati, solo quattro hanno deciso di discutere sul rinvio a giudizio, accettando eventualmente il procedimento con rito ordinario e dibattimento pubblico davanti al giudice monocratico.
Il gup ha preso nota delle richieste, rinviando in autunno per la sentenza dei riti abbreviati e la definizione di quelli alternativi.