VERBANIA – 13-6-2024 -- Alle prime luci dell’alba, le Fiamme Gialle hanno arrestato un noto personaggio della cosiddetta “finanza creativa”. l'uomo è stato rintracciato nella Milano bene; assieme a lui, arrestato anche il suo braccio destro.
È questo l’epilogo di complesse indagini, delegate dalla Procura della Repubblica di Milano al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Verbania.
Dati e notizie su presunte e plurime illecite attività di truffa aggravata, abusivismo finanziario e autoriciclaggio, venivano segnalate a carico di un soggetto dallo pseudonimo di facile presa mediatica, e perpetrate sul territorio italiano ed estero (Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Belgio, Germania e Inghilterra).
Secondo gli inquirenti da oltre un decennio, sfruttando la popolarità raggiunta attraverso riviste nazionali, televisioni e, soprattutto, sui social network l'uomo era dedito alla commissione di truffe aggravate, che gli avevano consentito di reperire ingenti risorse finanziarie, tali da ostentare un altissimo tenore di vita. Le disponibilità finanziarie venivano contestualmente impiegate e reinvestite nella costituzione di società estere e nell’acquisto di beni extralusso (in particolare orologi Rolex e autovetture Lamborghini), così ponendo in essere ulteriori condotte di autoriciclaggio degli illeciti profitti. Nel quadro delineato dai finanzieri, l'indagato principale era solito avvalersi di soggetti in difficoltà economica, ai quali – dietro compenso – commetteva incarico di costituire o di intestarsi fittiziamente quote societarie o di relazioni bancarie/postali, al fine di veicolare le ingenti somme di denaro provento di reato che successivamente venivano trasferite su conti esteri (con conseguente autoriciclaggio).
In estrema sintesi, i sodali - attraverso la vendita di quote di imprese sia italiane sia estere, fondamentalmente scatole vuote, ovvero attraverso la vendita di orologi di lusso (Rolex, Patek Philippe, Ademars Piguet), mai di fatto consegnati agli acquirenti - hanno posto in essere numerosi reati contro il patrimonio, in particolare truffe aggravate, che hanno consentito lauti proventi illeciti, quantificati in circa un milione di euro.
L’indagine ha permesso anche di accertare che l’indagato principale, dopo la costituzione di una società nella Repubblica Slovacca e di un dedicato sito internet, aveva ideato e realizzato - attraverso la creazione di un proprio “token” di criptovaluta - una attività, del tutto abusiva, di offerta al pubblico di prodotti finanziari, attraverso il collocamento a distanza di valuta virtuale, in palese violazione della legge.
La custodia in carcere, operata contestualmente nei confronti dei due soggetti, è stata effettuata appena accertata la permanenza sul Territorio italiano dell’indagato principale, attualmente domiciliato sulla fascia del confine italo-svizzera del Canton Ticino.
L’operazione di servizio, coordinata dalla Procura di Milano, testimonia come il monitoraggio dei flussi finanziari sia il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita, prevenendo e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterarne le condizioni di leale concorrenza.