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VERBANIA - 28-05-2024 -- I fatti, vecchi di dodici anni, per la legge non sono più perseguibili. Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato è l’epilogo di un processo per furto aggravato e utilizzo fraudolento della carta di credito che ha visto alla sbarra un uomo residente a Milano. Nel 2012 l’imputato aveva 31 anni ed era certamente piacente e con un certo appeal perché, in quella primavera, pernottò in alcuni hotel del Verbano con quattro donne diverse a distanza di pochi giorni. Tra queste c’era una signora, di dodici anni più grande, originaria dell’est Europa ma anch’ella dimorante a Milano. Insieme passarono al Dino di Baveno la notte del 5 maggio e l’indomani, quando entrambi s’apprestavano a rientrare in auto, furono sollecitati a pagare il conto. Lui lo fece utilizzando la carta di credito di lei, sborsando 1.700 euro. Dopo qualche tempo la donna sporse denuncia sostenendo di essere stata ingannata, che l’amico le avesse sottratto la carta di credito e che avesse pagato a sua insaputa. Nel raccontare alle forze dell’ordine quale rapporto li legava, spiegò di averlo conosciuto tramite i social network e di avere avuto certezza che qualcosa non andava perché le aveva dato appuntamento a Montecarlo, dandole poi buca e lasciandola da sola.

La denuncia, approfondita dagli inquirenti che hanno ricostruito gli spostamenti del giovane e le sue frequentazioni in alberghi di lusso con diverse signore, è infine approdata al Tribunale di Verbania, dove è rimasta a lungo ferma anche perché l’imputato è risultato irreperibile. Oggi il fascicolo è finito nell’aula del giudice Gianni Macchioni che, di fronte all’evidente passaggio in prescrizione dei reati, ha chiuso il procedimento con il proscioglimento, chiudendo questa storia di cuori spezzati e soldi spariti.

 

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