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VERBANIA - 17-05-2024 -- Il giudice ha fato cadere le aggravanti e il processo è finito con una sentenza di non doversi procedere. A quattro anni di distanza da quel fatidico giorno del mese di maggio del 2020 -appena finito il lockdown- gli animi si sono rasserenati tra i due nuclei familiari del basso Verbano che, a rapporti di parentela e vicinato incrinati, fecero degenerare una discussione per futili motivi in rissa con tanto di violazione di domicilio. Tutta colpa, pare, di un cancello spostato da una famiglia senza che questa lo comunicasse all’altra, motivo di acredine esplosa in un diverbio tra una persona, affacciata al balcone, e i parenti in strada e che ha coinvolto in totale quattro persone.

“Vengo su” – disse uno tra coloro che erano in cortile. “Provaci” – rispose l’uomo del balcone, che vide il parente arrampicarsi sino a raggiungerlo e ad avviare una colluttazione nella quale pare sia spuntato un bastone e che ha visto poi intervenire altri.

Dopo la zuffa, chiusa dall’intervento di ambulanza e carabinieri, ecco le querele reciproche che hanno portato a tre diversi procedimenti penali, poi accorpati in un unico con accuse varie, alcune procedibili d’ufficio. Che, col buon senso e con l’intesa di non andare oltre, si sono risolti con reciproche remissioni e con la mancata contestazione delle aggravanti che ha permesso di concludere il processo senza conseguenze penali per ciascuna parte.

 


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