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ROMA - 13-05-2024 -- Un rapporto molto stretto, che andava al di là del mero contratto di revisione contabile. È questo il quadro uscito venerdì, a Roma, dall’ultima udienza del processo per falso in revisione e ostacolo alla vigilanza che vede imputata una dirigente (e socia) italiana di PriceWaterhouseCoopers -chiamata in causa come responsabile civile-, accusata di aver ignorato lo stato di decozione di Veneto Banca, che poi è finita in default mangiandosi miliardi di euro di decine di migliaia di risparmiatori. A tratteggiarlo sono stati i testimoni dell’accusa, a iniziare dal perito della Procura, che ha messo in evidenza come l’imputata fosse socia di Pwc Italia e che avesse avuto un incarico da 200.000 euro dal presidente, senza passare la trafila di una specifica diligency. Tra il 2013 e il 2016 la società di revisione ha ricevuto da Veneto Banca 12 milioni di euro, di cui meno di un quarto pagate per l’attività di revisione dei conti.

Al processo romano, che rischia di finire con la prescrizioni, sono costituiti numerosi risparmiatori del Vco, rappresentati dall’avvocato Clarissa Tacchini.

 

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