VERBANIA - 03-05-2024 -- Undici anni sono passati dal giorno in cui, per regolarizzare un vecchio accesso carraio sulla statale 34 del Lago Maggiore, una donna residente a Fondotoce iniziò una battaglia legale con Anas che va avanti da allora e che non pare destinata a concludersi a breve.
L’ultima decisione, il 10 aprile, l’ha presa la prima sezione del Tar Piemonte, che ha accolto l’istanza della signora (e del figlio) annullando una nota dell’anno prima con cui Anas s’era rifiutata di chiudere gli accessi carrai vicini con una generica -a dire dei giudici- motivazione.
A questo punto s’è arrivati dopo una sequela di atti con carte bollate iniziati, appunto, nel 2013. Volendo ristrutturare la propria abitazione, che si trova sulla statale, ma al di fuori del centro abitato, tra capannoni, attività commerciali e agricole, non trovando l’autorizzazione all’apertura di un cancello sulla 34, presentò istanza di regolarizzazione.
La prima risposta fu un diniego, dovuto al fatto che, come prescrive il codice della strada per le zone esterne ai centri abitati, tra un passo carraio e l’altro è stabilita una distanza minima. A nulla valse l’obiezione che quel cancello era vecchio di anni, realizzato prima delle strade vicinali contigue alla sua proprietà. Tra un ricorso e l’altro alla fine è riuscita ad avere ragione, ha ottenuto il permesso per il cancello -senza risarcimento- e, a questo punto, ha chiesto la chiusura dei passi carrai adiacenti, che alla stregua del codice della strada non sarebbero consentiti. È a questa istanza che Anas s’è opposta, ritenendo che ci siano altre soluzioni alternative alla chiusura; ed è contro questa opposizione che la signora e il figlio hanno ricorso, ottenendo in primo grado ragione, limitatamente al fatto che il provvedimento era poco motivato. È stata solo l’ultima puntata di una telenovela destinata ad andare avanti.