VERBANIA - 30-04-2024 -- Le motivazioni sono attese entro un paio di mesi, ma il dato essenziale è che le condanne sono state annullate e il processo avrà un giudizio in più. Un altro colpo di scena ha caratterizzato il processo Montefibre-bis, che si trascina tra le aule di giustizia da quasi tre lustri. I morti e i malati d’amianto -tumore polmonare e asbestosi le malattie patite- del polo chimico di viale Azari negli anni 1972-1988, sono stati oggetto di più processi che il sostituto procuratore di Verbania Nicola Mezzina ha istruito a partire dai primi anni Duemila. Solo il primo di cinque s’è concluso con una parziale condanna. Il cosiddetto Montefibre-bis, che mosse i primi passi in udienza preliminare nel 2010, in settimana s’è arenato ancora contro lo scoglio degli Eremellini. Per la terza volta la Corte di Cassazione ha preso in mano il fascicolo e per la terza volta ha ribaltato il giudizio, rimandando le carte a Torino.

Nel 2011, in primo grado, il Tribunale di Verbania assolse tutti gli imputati. Nel 2015 la Corte d’Appello di Torino condannò otto ex manager -già allora in età avanzata- a pene comprese tra un anno e due mesi e due anni e sette mesi. Un anno più tardi la Cassazione annullò e rinvio gli atti nuovamente alla Corte d’Appello, che nel 2019 sentenziò solo assoluzioni, impugnate dall’accusa e dalle parti civili. Il secondo passaggio in Cassazione, nel 2021, è stato l’ennesimo capovolgimento e la decisione è stata rimessa per la terza volta alla Corte d’Appello, che ha stabilito tre condanne per gli imputati superstiti (gli altri, nel frattempo, sono deceduti), diventati poi due nella Cassazione di questi giorni, che non scrive la parola fine e rimanda il fascicolo a Torino e, verosimilmente, un’altra volta a Roma.