VERBANIA - 28-04-2024 -- Si chiude con la conferma della responsabilità, e con pene molto più miti rispetto a quelle di primo grado, il processo per le firme false apposte nel registro dei lavori socialmente utili al comune di Brovello Carpugnino. Nel 2016 l’allora sindaco, l’avvocato Cristina Bolongaro, fu denunciata perché, con il concorso del vicesindaco Giampiero Vecchi -delegato al controllo- e di un altro assessore (poi assolto), avrebbe attestato come eseguite ma in realtà mai svolte, alcune giornate lavorative del compagno, Massimo Arisi, che stava completando la messa alla prova nell’ambito di un procedimento penale.
Autosospesa e poi dimissionaria, il primo cittadino ha affrontato il processo di primo grado con rito ordinario. Davanti al giudice Annalisa Palomba nel 2020 Bolongaro fu condannata a due anni e mezzo, Arisi a tre e Vecchi a due. Le richieste del procuratore Olimpia Bossi erano state più alte: quattro anni e mezzo per i primi due, tre per il terzo.
La Corte d’Appello ha rivisto i capi di imputazione per falso, assorbendoli in un’unica contestazione, e ha respinto nuovamente la tesi difensiva di errori formali commessi in buona fede e affermando che quei lavori -opere edili in municipio- erano stati ugualmente portati a termine, riducendo, tranne che per Vecchi, significativamente le pene: un anno e nove mesi per Arisi, un anno e mezzo per Bolongaro, lo stesso per il vicesindaco.
La vicenda è approdata in Cassazione. Il ricorso presentato solo da Bolongaro e Arisi èè stato rigettato e le condanne sono diventate definitive.