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VERBANIA - 25-04-2024 -- Indignazione, imbarazzo, attacchi politici e scaricabarile con vista elezioni. Sono stati questi gli ingredienti del piatto servito ieri sera a Palazzo Flaim. L’ultimo Consiglio comunale del mandato 2019-2024 s’è chiuso con la clamorosa -ma che non sorprende- bocciatura del piano finanziario della Tari, che giovedì l’assemblea del Consorzio rifiuti aveva licenziato formalizzando un aumento del 9% circa su base biennale.

I rincari paventati l’anno scorso -quando ConSerVco chiuse il bilancio in forte perdita- congelati dai sindaci che non volevano gravare sulle tasche dei cittadini anche perché in prossimità delle elezioni, si sono materializzati con il benestare dell’Arera. L’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, preso atto dell’impatto dell’inflazione e del caro-energia nel settore delle municipalizzate dei rifiuti, ha autorizzato aumenti da spalmare sul biennio 2024-2025 che, decisi dal Consorzio rifiuti, dovevano essere ratificati dai Consigli comunali. A Verbania così non è stato e s’è aperta una crepa politica.

La certifica l’esito della votazione: nessun favorevole, 16 contrari (le minoranze e la parte civica della maggioranza) e 13 astenuti. Il Pd è andato completamente in panne e non ha avuto il coraggio di decidere, chiuso in un imbarazzante silenzio. A parte il capogruppo Roberto Gentina -che non si ricandiderà- il cui intervento è stato propositivo sull’efficientamento di ConSerVco, nessun altro ha chiesto la parola. Non ha parlato nemmeno, nonostante chiamato ripetutamente in causa, l’assessore alle Società partecipate Riccardo Brezza, che è anche candidato sindaco. L’assessore alle Finanze Anna Bozzuto ha esposto il punto, limitandosi a questioni tecniche senza valutazioni politiche, subendo le critiche di chi l’ha preceduta in quel ruolo -Cinzia Vallone, del Centro riformista- e che, da vicepresidente “pentita” (ha preannunciato una presa di posizione) del Consorzio rifiuti, ha criticato Bozzuto e Brezza che dovevano controllare i conti e incalzato il Consorzio e ConSerVco, nella figura del suo presidente Giuseppe Grieco.

Duro anche Giovanni Alba di Alleanza civica “non ci hanno nemmeno dato i documenti per tempo”, che ha aperto la strada al j’accuse di Marchionini. La quale, dopo aver replicato a Giandomenico Albertella, che imputa questa situazione all’Amministrazione comunale tutta (sindaco in testa), dandogli del populista a fini elettorali, ha puntato i piedi. “Non ho problemi ad aumentare la tassa rifiuti, ma non se il servizio peggiora, come accade: è vergognoso per i verbanesi” – ha affermato scaricando le colpe su ConSerVco e su Grieco “anche se è del mio partito” e ricordando di aver ricevuto come indennizzo, nel 2023, 17.000 euro per disservizi lamentati dal Comune.

È da almeno un anno che il testa a testa Verbania-ConSer, Marchionini-Grieco va avanti. Ed è anche elemento di frattura politica perché Grieco è schierato pro Brezza e Marchionini, alla quale il Pd ha chiesto di non candidarsi nemmeno come consigliere comunale, è ormai su un’altra rotta.

Lo psicodramma del Pd, che fa filotto negli incarichi poiché esprime il presidente del Consorzio (Gianni Desanti, vicesindaco di Omegna), l’amministratore unico di ConSer e il primo cittadino del capoluogo, ma che al voto si squaglia come neve al sole -e in Consiglio comunale siede la segretaria provinciale, nonché candidata alle Regionali, Alice De Ambrogi- apre lo scenario che si concretizzerà nei prossimi giorni con l’uscita di Marchionini dalla coalizione e la nascita di una sua lista che, insieme ad Alleanza civica, Italia Viva e +Europa, marcerà contro il Pd probabilmente con l’assessore Patrich Rabaini come candidato.

 


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