ORINO - 23-4-2024 - I sindacati degli inquilini SUNIA, SICET e UNIAT, a assieme a CGIL, CISL e UIL muovono apre contestazioni alla nuova legge regionale sulle assegnazioni delle case popolari, approvata dal Consiglio il 27 febbraio scorso. Una legge ritenuta discriminatoria e inutile
in quanto le modifiche apportate, secondo i sindacati non risolvono l'emergenza abitativa nella regione, non migliora le condizioni di chi già abita nelle case popolari e non rende più efficiente l'organizzazione delle ATC.
Le osservazioni nel merito:
Per accedere all’edilizia pubblica ai cittadini non appartenenti alla comunità europea non basterà
avere 5 anni di residenza, dovranno anche dimostrare un lavoro, subordinato o autonomo. É necessario possedere questo requisito sia al momento della domanda e sia al momento dell’eventuale assegnazione: pertanto, un pensionato, una mamma con figli a carico assistita dai servizi sociali non hanno più la possibilità di accedere a un alloggio popolare.
Si prevede un punteggio premiale per chi risiede in regione da 15, 20, 25 anni. Un inglese che risiede in Piemonte da 20 anni potrà avere 4 punti in più nella graduatoria, ma se al momento della domanda avrà la sfortuna di essere disoccupato sarà automaticamente escluso.
Punisce chi ha occupato un alloggio popolare nei precedenti 10 anni senza distinguere tra gli occupanti che hanno” sfondato la porta” e quelli senza titolo per ragioni amministrative sanabili. I comuni sanno molto bene che alcune situazioni di famiglie fragili, che avevano occupato, sono
state risolte con il rilascio degli alloggi, rateizzando i pagamenti della morosità maturata e con nuove assegnazioni accompagnate dai servizi sociali.
- Non aumenta la dotazione del fondo morosità incolpevole e non allarga la platea degli aventi diritto (come avevamo chiesto), ma si istituisce un fondo straordinario di tre anni per i conguagli delle utenze, (non è dato sapere come funzionerà), dimenticando che l’elevato costo delle utenze è
anche dovuto alla scarsa efficienza organizzativa delle ATC che non riescono a intervenire tempestivamente per sistemare gli impianti mal funzionanti; non riescono a fare i conguagli delle spese anno per anno;
non fanno le assemblee per spiegare consuntivi e preventivi;
invece sommano conguagli di più anni rendendo difficili i pagamenti, aumentando così la morosità.
- Si prevede di riservare ulteriori alloggi alle forze dell’ordine: difficilmente poliziotti e carabinieri accetteranno alloggi in quartieri difficili e degradati. Nel caso invece in cui decidessero di
abitarci, terminato l’orario di lavoro, sicuramente non faranno i guardiani della scala.
I sindacati rilevano "con rammarico" che nessuna delle proposte fatte sono state prese in considerazione. Eliminare ad esempio la possibilità di vendere gli alloggi, avendo in tutta la Regione una grande scarsità
di appartamenti pubblici; prevedere uno stanziamento annuale per aumentare la dotazione di alloggi pubblici e gestire il fondo morosità incolpevole;
utilizzare l’ISEE per collocare gli assegnatari nelle fasce di reddito e per il calcolo del canone dovuto; aumentare la percentuale per accedere al fondo sociale passando dall’attuale 30% al 50% e che la quota di copertura in capo alla Regione arrivasse all’80%; fare una legge più inclusiva, abbassando i requisiti della residenza nell’ambito territoriale
dagli attuali 5 anni a 2.
Eliminare il punteggio premiale, ormai superato, per chi ha versato la gescal e sostituito con l’anzianità di contribuzione.
E, infine, introdurre l'obbligo di convocare almeno annualmente assemblee con la partecipazione e il voto degli inquilini sulle materie di loro competenza; e da ultimo istituire presso le ATC una commissione composta da rappresentanti dei comuni interessati, sindacati inquilini, funzionari dell’ente con l’obiettivo di esaminare e risolvere le
situazioni di morosità critiche ed evitare possibili decadenze.