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p d giustizia 22

VERBANIA - 16-01-2024 -- Assolto perché il fatto non costituisce reato. S’è chiusa senza alcuna conseguenza penale la lite di vicinato che ha visto opposto un artigiano con una seconda casa in Val Antigorio ai vicini di casa confinanti. A separarli ci sono alcune piante e una siepe di arbusti oggetto di liti continue che, deciso a contenere, l’imputato -aiutato da un suo collaboratore- ha fortemente ridimensionato, tagliandola in maniera robusta.
I vicini l’hanno così denunciato per danneggiamento e la Procura gli ha contestato l’aggravante del danno arrecato a “piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o su boschi, selve o foreste, ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento”, che non permette di dichiarare il non doversi procedere, dal momento che il reato di danneggiamento -salvo, appunto, le fattispecie aggravate- sia stato depenalizzato. La difesa su questo aspetto, alla luce della riforma Cartabia che ha rivisto il regime di procedibilità di alcuni reati, ha chiesto al giudice di rimettere la questione alla Corte costituzionale, da più tribunali d’Italia chiamata in causa per dare un orientamento ai numerosi processi pendenti. La risposta è stata contraria all’imputato, che ha chiuso il processo con l’assoluzione, puntando sul fatto che, sì, le potature furono effettuate, ma che non fossero sufficienti a qualificarsi come un danno permanente al bosco.

 


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