MONTEBELLUNA – 25.02.2016 – C’è fermento tra i soci
di Veneto Banca. Con la trasformazione in spa e la svolta epocale dell’addio al voto cooperativistico, la regola aurea “una testa-un voto” è svanita nel nulla. Oggi si può parlare di piccoli o grandi soci, soppesandoli nella quantità di azioni detenute, una pratica che da qui ai prossimi mesi diventerà determinante anche per la guida stessa dell’istituto di credito. L’attuale cda è stato eletto dall’assemblea della vecchia Veneto Banca, quello nuovo sarà determinato dai pacchetti di voti e dalle eventuali cordate che si verranno a creare. Lo sanno bene i membri dell’associazione “Per Veneto Banca”, che raccoglie un gruppo di imprenditori veneti la cui quota è attorno al 5% e che in queste ore ha incassato le dimissioni del presidente Diego Carraro. Il suo addio è legato alle trattative intavolate con il board di Veneto Banca per ottenere, a nome dell’associazione, due posti nel cda dell’istituto.
Non hanno lo stesso peso ma vogliono comunque dire la loro anche i membri dell’Associazione azionisti Veneto Banca, la prima a nascere con l’obiettivo di rappresentare gli interessi dei piccoli soci-correntisti, specialmente del Veneto. A presiederla c’è, fin dall’inizio, l’ex magistrato di Treviso Giovanni Schiavon. L’Aavb si riunirà la settimana prossima – l’appuntamento è il 3 marzo all’hotel Maggior Consiglio di Treviso, ore 19,30 – per delineare le strategie future nell’ottica dell’aumento di capitale da un miliardo che, oltre a dare l’ossigeno indispensabile alla banca per andare avanti, segnerà gli equilibri di forza tra gli azionisti. Dall’Aavb giunge anche l’invito a partecipare ai “cugini” di “Per Veneto Banca”.
