VERBANIA - 09-03-2024 -- Ora è regolare in Italia, con la qualifica di rifugiato, un lavoro e una vita che s’è costruito partendo da zero. Eppure su di lui, un uomo di nazionalità pakistana, pende da anni un processo penale per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Quando, nel novembre 2017, fu fermato dalle forze dell’ordine in Ossola, mostrò loro un passaporto greco che, per la fattura, parve agli operanti non regolare. Sospettandone la falsità, lo sequestrarono e, indagando, accertarono che non era genuino. Denunciato per il falso, il pakistano ha visto il suo processo trascinarsi, per diverse ragioni tra cui la difficoltà di reperire un interprete che parli la sua lingua made, l’urdu, sino al 2024. Individuato finalmente l’interprete, ieri ha potuto testimoniare raccontando la sua storia ma rifiutandosi di rispondere alle domande sulla provenienza e il possesso dei documenti contraffatti che aveva con sé. Per potersi concludere, il procedimento deve esaurire la fase dibattimentale con l’escussione di altri due testi, ed è stato aggiornato.