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VERBANIA - 08-03-2024 -- Per la Procura la responsabilità fu anche sua. Un anno e quattro mesi è la richiesta di condanna avanzata dal pm Maria Portalupi nei confronti di Marta Campiotti, conosciuta ostetrica varesina referente della “Casa di maternità Monteallegro” di Induno Olona, accusata di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime per il dramma vissuto da una mamma verbanese -che perse il bimbo in grembo- nel novembre del 2017.

La donna, allora trentenne, veniva da un parto cesareo e, volendo dare alla luce il secondogenito in maniera naturale, fu consigliata dal ginecologo di rivolgersi a un ospedale attrezzato, che non fosse Verbania. Poiché avrebbe partorito a Varese, con il marito -che non può guidare- prese contatto con la “Monteallegro” per la gestione preparto e l’accompagnamento in ospedale. Parlò con Campiotti e con un’altra ostetrica, Cristina Clerici, che l’avrebbe seguita.

Il 27 novembre iniziarono i dolori e a Verbania arrivò Clerici. Fu l’inizio di una situazione drammatica, precipitata nella notte con la lacerazione dell’utero e il trasporto d’emergenza, solo l’indomani e in auto, all’ospedale “Castelli”, dove il bambino era già morto e dove la mamma venne salvata in extremis.

L’ostetrica che materialmente seguì il parto ha patteggiato ed è uscita dal processo nel quale Campiotti, che ha completato il risarcimento alla parte offesa pur senza riconoscere responsabilità, è sotto accusa. Un’accusa respinta dalla difesa, secondo cui gli errori, gravissimi, furono commessi dalla Clerici senza alcun concorso.

Le parti hanno esposto le loro tesi e il giudice Beatrice Alesci h rinviato per repliche e lettura del dispositivo a maggio.

 


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