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VERBANIA - 6-3-2024 -- Arrivano le reazioni al servizio mandato in onda martedì sera dalla trasmissione Mediaset Le Iene. Se l'aspetto giudiziario delle accuse di cui è fatta centro Silvia Marchionini è da vagliare nella sede opportuna, a livello politico si richiede al sindaco almeno una risposta. "Sicuramente la giustizia deciderà sulla questione ma crediamo sia opportuno, per chiarezza e trasparenza, che la Sindaca faccia un passo indietro presentando le dimissioni. Un gesto ovviamente simbolico visto che mancano poche settimane allo scioglimento del Consiglio Comunale", la breve nota di "Una Verbania a Sinistra" che attraverso Renato Brignone, da tempo insiste sulla vicenda. Dalla Lega, più precisamente dal segretario provinciale Enrico Montani, un comunicato che chiede risposte: “Sono da sempre garantista – dichiara il leghista – e non cambio idea in questa occasione. Pur tuttavia, constato come il sindaco, dopo aver già taciuto sull’argomento in consiglio comunale, abbia ripetuto lo stesso atteggiamento anche davanti all’inviato del programma Mediaset. Non ritengo questo un comportamento responsabile – dice Montani nella nota – verso la comunità che da dieci anni Marchionini si trova ad amministrare. I giudizi spettano alla magistratura, ma non ci si può esimere dal sottolineare l’omertà del sindaco. I cittadini di Verbania e i gruppi di opposizione a Palazzo Flaim – conclude – meritano di conoscere la verità”.

Il candidato sindaco Giandomenico Albertella aggiunge "Fatti gravissimi. Le denunce a volto scoperto, il racconto drammatico di chi si sente privato di diritti conquistati col merito. Come minoranza avevamo già chiesto spiegazioni, senza ottenerne. La magistratura farà il suo corso. Rimane molto, moltissimo da dire".


Ricordiamo che la vicenda nasce dalla querela presentata dalla segretaria generale del Comune Antonella Mollia, fatti che aveva reso noto nei mesi scorsi sui principali organi di informazione, sostenendo di aver subito pressioni per “aggiustare” la graduatoria di un concorso pubblico e di essere poi stata discriminata per non aver accettato, al punto da subire mobbing.

 

 

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