BELLINZONA - 17-02-2024 -- Lo shopping oltreconfine è anche una questione sociale. Ci sono esigenze concrete di budget familiare dietro il parere negativo che il governo del Canton Ticino ha fornito alla Confederazione elvetica rispetto alla proposta di tagliare da 300 a 150 franchi la franchigia sotto la quale gli acquisti effettuati in Italia devono essere dichiarati in dogana al momento del rientro in patria.
La lettera spedita da Bellinzona a Berna parla di un momento delicato in cui si chiede prudenza nel valutare simili operazione. Perché -e questo è il senso della risposta- lo shopping in Italia non è solo l’acquisto di beni voluttuari, ma anche e semplicemente la spesa alimentare per la famiglia che, al di qua del confine, è molto più economica rispetto alla Svizzera. Non sono periodi facili per i ticinesi, che godono sì di qualità della vita e di stipendi alti rispetto a quelli italiani, ma sopportano anche un costo della vita che, unito alla stagnazione dei salari e all’oneroso mercato immobiliare, ultimamente li mette in difficoltà.