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p d giustizia 22

VERBANIA - 02-02-2024 -- Il reato si estinguerà con i lavori socialmente utili, anche se i fatti contestati risalgono a più di 12 anni fa. Non ci sarà prescrizione per l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, della quale deve rispondere un 56enne residente in provincia. Nel 2012, quando aveva 44 anni, fu coinvolto in un’operazione della polizia postale antipedofilia che, seguendo le tracce informatiche di chi si scambiava video e fotografie di natura sessuale con protagonisti minori, arrivò al suo pc.

La Procura di Torino, competente per quel reato, dispose il sequestro del computer e gli notificò un avviso di garanzia. Poi, per lungo tempo, non ne seppe più nulla. Qualche mese fa, a sei mesi dalla dichiarazione della prescrizione, l’indagato ha ricevuto la richiesta di citazione a giudizio, atto che ha fatto ripartire il procedimento penale e che l’ha allungato. La norma che regola la durata dei processi stabilisce infatti che, proprio per evitare che le lungaggini in tribunale facciano finire il processo prima della sentenza definitiva, da quel momento in poi alla durata della prescrizione si aggiunga un periodo pari a un terzo della pena massima, vale a dire quattro anni (su dodici).

L’ha rilevato il giudice Beatrice Alesci, che ha respinto le richieste di pm e di difesa di dichiarare l’avvenuta prescrizione e ha accettato la richiesta dell’imputato di svolgere la messa alla prova, lavori socialmente utili che estinguano il reato, chiudendo questa vicenda durata anni e rimasta impantanata in una eccessivamente lunga fase di indagine.

 

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