VERBANIA - 25-1-2024 -- Sabato 27 gennaio a Villa Taranto si celebrerà il Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoa, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Nell’occasione, il Prefetto del Verbano Cusio Ossola Michele Formiglio e il Sindaco di Stresa Marcella Severino consegneranno ai familiari di Aldo Cardini, la medaglia, prevista dalla Legge n. 296 del 27 dicembre 2006 “ai cittadini militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti”, concessa con decreto del Presidente della Repubblica del 28 novembre 2023. Aldo Cardini, che nacque a Chignolo Verbano l’11 settembre 1924 non c'è più. La medaglia d’onore sarà consegnata alla figlia Marinella Cardini.
Partigiano nella squadra Selvadei, Cardini fu catturato dai tedeschi con 9 compagni lungo i sentieri del Mottarone. Era il 31 dicembre 1944. Fu allora che cominciò l'inferno. Portato al comando di Baveno fu tenuto 13 giorni al carcere di San Vittore a Milano. Dal famigerato Binario 21, il viaggio verso il campo di smistamento di Bolzano per due settimane, prima della destinazione Mauthausen. Aldo Cardini aveva 20 anni, sarà l'unico sopravvissuto del gruppo. In un'intervista rilasciata alcuni anni fa del tempo della prigionia raccontava: "L'unica speranza che avevamo era di morire presto; nessuno di noi riusciva a immaginare il giorno del ritorno a casa". Condizioni di vita infernali, 10 ore di lavoro al giorno a scavare tunnel, nel freddo e con un solo misero pasto, una brodaglia" fatta di avanzi e scorze di patata. Un percorso di morte condiviso con i compagni, come lo stresiano (di Campino) Giacomo Fornara o Francesco Albertini, che poi diventerà senatore della Repubblica; e l'orrore, il terrore, le botte e finalmente, il giorno della liberazione del campo, nel maggio del 45 da parte degli americani. Tra le cataste di cadaveri, i pochi superstiti ormai allo stremo delle forze, con i corpi piagati e il terrore impresso sui volti. Cardini pesava 35 chili e non si reggeva in piedi.
Col dopoguerra altre pagine si apriranno per lui, che come tanti altri internati, dallo stato non ebbe alcun riconoscimento pensionistico per l'internamento. Solo una pergamena.
Nella foto Aldo Cardini è l'uomo in piedi a destra